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RIVISTA DELL'ISTITUTO ALBERGHIERO PIETRO d'ABANO Anno V - N. 12 - Maggio 2015
Viaggio nell'Esame di Stato. Come affrontarlo senza paura
Passione cucina. La cucina ebraico-veneziana
Incontri speciali. Riccardo Canella, cuoco giramondo
Ex studenti alla ribalta. Claudio Crivellaro
Progetti "Facciamo impresa"
Led Zeppelin. Il martello degli dei
ISTITUTO ALBERGHIERO DI STATO "PIETRO d'ABANO"
ABANO TERME (Padova)
Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera
IN QUESTO NUMERO
Rivista dell'Istituto Alberghiero
Maggio 2015 - Anno V - N. 12
Direzione, redazione, amministrazione
Emergenza edilizia scolastica
ISTITUTO ALBERGHIERO DI STATO Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera
La posta del Pietro
Via Monteortone, 9 - 35131 Abano Terme Tel. 049.8630000 - Telefax 049.8639707 La cucina ebraico-veneziana
Nuova Grafotecnica snc Via Leonardo Da Vinci, 8 - 35020 Casalserugo (PD) Il bicchiere. mezzo pieno
Tiratura: 2000 copie
questo numero è stato chiuso in redazione il 6.5.2015
Direzione
Il tour dell'Italia dei sapori (2)
Luigino Grossele, direttore editoriale Pacchetti turistici innovativi (2)
Saverio Mazzacane, direttore Elisabetta Benvenuti, docente Riccardo Canella cuoco giramondo
Alison Bordin, studentessa Tomaso Bortolami, docente Marta Canoppia, studentessa Ex studenti alla ribalta
Alessandra Garrì, docente Claudio Crivellaro. Da studente del Pietro a
Renate Gilli, docente Presidente dell'Unione Cuochi del Veneto
Lucia Ruggeri, docente Maria Cristina Todeschini, docente Viaggio nell'esame di Stato.
Come affrontarlo senza paura

Hanno collaborato a questo numero:
Alberto Baretta, studente Riccardo Canella, cuoco Il Pietro in campo
Maria Chiara Ceresoli, docente Progetti "Facciamo impresa"
Aurora Cesaro, studentessa Yuri Crescenzio, studente Musica, cibo per le orecchie
Docenti di Scienze motorie Led Zeppelin. Il martello degli dei
Andrea Fabris, studente Tommaso Galesso, studente Gloria Garavello, studentessa Lo scaffale
Francesco Gazzetta, studente Fabio Ghirardello, docente Sophia Lazzari, studentessa Il notiziario del "Pietro"
Alessio Lionello, studente Progetti del POF
Jessica Marcante, studentessa Visite guidate e viaggi d'istruzione
Alessandro Mascalzoni, docente Giorgia Munaretti, studentessa Lezioni di primo soccorso a scuola
Giovanni Oreste, studente Differenziamoci!
Eleonora Ortolani, studentessa Banqueting
Mario Papini, docente Sara Santimaria, studentessa Mauro Sasso, studente Filippo Toson, studente Veronica Trevisan, studentessa Facile, no?! Perché la pratica che rende unico il nostro istituto nasce non solo dalla manualità e dall' esperien-za, ma anche e soprattutto dalle fatiche della mente. Ed è proprio la maestria di coniugare queste arti a ren-dere praticamente concreta la nostra passione.
Gli studenti del Pietro, futuri sommelier, a Villa Parens. (foto F. Ghirardello) EMERGENZA EDILIZIA SCOLASTICA
La 15° edizione di "Ecosistema Scuola" (novembre 2014), l'indagine annuale di Legambiente sulle strutture e i servizi della Scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado condotta in 94 capoluoghi di provincia ha rivelato che più di 41mila edifici scolastici italiani hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. Una fotografia, quella scattata da Legambien- te, che delinea ancora una volta un quadro poco rassicurante. Le cifre sono impietose. Il 58% del- le scuole è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 ed il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% delle strutture scolastiche si trova in aree a rischio idrogeologico, il 41,2% in zone a rischio sismico e l'8,4% a rischio vulcanico. Ca- lano al 30,9% gli edifici dotati di certificati essenziali come quello della prevenzione incendi, men- tre le scuole in cui è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica rappresentano soltanto il 22,2% del totale.
I dati, forse, sono aridi e possono annoiare, ma poi è la cronaca ad inchiodarci brutalmente alla realtà. Da nord a sud, senza tante differenze. A Sanremo, dopo che si è staccato un pezzo di in- tonaco delle dimensioni di un metro quadrato all'interno dell'Istituto comprensivo "Italo Calvino" (fortunatamente non ci sono stati feriti), sei scuole sono state chiuse per il timore di crolli. Un ana- logo incidente, qualche giorno prima, si era verificato nella scuola elementare "Pessina" di Ostuni, vicino a Brindisi, e lì le conseguenze sono state serie per due bambini, rimasti feriti dai calcinacci, e per una maestra che nel tentativo di allontanarli dal pericolo è scivolata procurandosi una frat- tura al malleolo.
Sembra dunque deludente il commento del ministro Giannini quando afferma che sullo stato degli edifici scolastici in Italia stiamo «così così» (non le sembra, ministro, di essere troppo otti- mista?). La situazione è oggettivamente grave ed anche il rinvio sine die della pubblicazione, pur annunciata ai quattro venti, dell'anagrafe edilizia scolastica (uno strumento di monitoraggio indi- spensabile) lascia alquanto perplessi. Da un esecutivo che proclama di voler puntare sulla scuola e che ha collocato il tema della sicurezza negli istituti scolastici al centro della sua comunicazione sull'istruzione ci attendiamo di più e di meglio.
Sappiamo, certo, che la questione dell'edilizia scolastica (dunque non solo il recupero dell'esi- stente, ma anche la costruzione del nuovo) è intimamente legata alla disponibilità delle risorse eco- nomiche necessarie, oltre che alla distribuzione delle competenze fra Stato ed enti locali. Di recen- te le Regioni hanno proposto di estendere a tutta la programmazione triennale 2015-2017 i poteri derogatori riconosciuti ai sindaci e ai presidenti delle Province dal cosiddetto decreto "del fare" del 2013 (governo Letta). In sostanza, se l'idea dovesse passare gli enti locali potrebbero derogare al Codice Appalti, e quindi avrebbero la possibilità di effettuare, con una certa autonomia, non solo lavori di messa in sicurezza, ma anche investimenti in nuovi edifici. Per il resto, il piano governativo delle #scuolenuove, #scuolebelle e #scuolesicure ha ricevuto una serie di stanziamenti per 12 mi- lioni, ma in realtà ne sono arrivati meno di 4 e riguardano solo lavori di manutenzione e di decoro (è il termine adatto, visto che moltissime scuole sono fatiscenti e dunque indecorose), non certo interventi di tipo strutturale. All'inizio del suo mandato il presidente del Consiglio aveva annunciato il finanziamento di ulteriori 3 miliardi che sarebbero arrivati entro la fine del 2015. Ne è arrivato, al momento, solo uno e, sebbene figuri in Gazzetta Ufficiale la pubblicazione dello stanziamento, i decreti attuativi non sono stati emanati. Questo è, come sappiamo, uno dei "mali" cronici che ri- tardano la risoluzione dei problemi del Paese. Anche quando sembra che le leggi intervengano in modo adeguato, il colpevole ritardo con cui si adottano i decreti attuativi – cioè quegli strumenti che devono definire le misure di dettaglio necessarie ad attuare una legge – finisce per intralciare o paralizzare gli interventi, pur programmati, delle Pubbliche Amministrazioni. Così, per rimanere nel nostro settore, le lungaggini burocratiche bloccano l'utilizzo di centinaia di milioni di euro: dai 940 previsti dal "decreto mutui", che dovrebbero consentire la realizzazione di circa 4000 interventi con mutui trentennali concessi dalla Banca Europea, ai 350 stanziati per la riqualificazione energetica, dai 300 del decreto "del fare" fino ai 40 per la verifica strutturale dei solai nelle scuole. Quel che è certo è che la Scuola non può più aspettare. L'edilizia scolastica rappresenta un'e- mergenza e minimizzare come ha fatto il ministro sembra pericoloso. Qualche spiraglio di luce si intravvede, ma il cammino verso l'ammodernamento strutturale delle scuole italiane sembra anco- ra lungo e accidentato. Il fatto che questo esecutivo si giochi una buona parte della sua credibilità sui temi dell'istruzione dovrebbe indurci all'ottimismo, ma preferiamo la cautela. Gli annunci non bastano più. Ci siamo già scottati troppe volte.
LA POSTA DEL PIETRO
La cucina ebraico-veneziana
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IL PROGETTO DI REALIZZAZIONE
DEI NUOVI SPAZI SCOLASTICI IN
Abbiamo ricevuto moltissime richie- ste di conoscere quali proposte sia- no state avanzate per la soluzione del problema spazi dell'Istituto. Rispon- diamo presentando le ipotesi attual- mente in campo e in via di approfon- dimento in un continuo confronto con l'Amministrazione provinciale di Pa- dova. Va riconosciuta la messa in atto di un grande interessamento da par- te della Provincia stessa che, dopo al- cuni mesi di silenzio, ha assicurato di aver preso in carico il problema e di volerlo portare avanti con solerzia e avvedutezza. Sia il Presidente, Enoch Soranzo, che il Consigliere delegato all'edilizia scolastica, Davide Gianella, rispettivamente Sindaci di Selvazza- no e Piove di Sacco, hanno già pia- zione ex novo dei laboratori di Eno- nificato l'intervento che, seppure per gastronomia e Sala-vendita, annes- stralci e in tempi non proprio brevi, si e connessi. La loro collocazione, porterà a soluzione i problemi dell'I- per un'estensione complessiva di cir- stituto. I tecnici dell'Ente locale, pro- ca 540 mq., è stata individuata nel- prio per guadagnare tempo, consi- lo spazio attualmente occupato dalla re da inserire nei laboratori. Gli spa- derati i molteplici vincoli burocratici, piastra di basket-volley (in realtà, vi- zi in questione, riportati nel riquadro hanno già avviato la procedura d'in- ste le sue condizioni, lo spazio è at- T (Piano Terra), sono da considerarsi
tervento. Ecco il piano.
tualmente impiegato come parcheg- del tutto provvisori, in attesa di idee Primo stralcio. Il primo intervento, da gio in caso di necessità).
e suggerimenti da parte di tutti.
attuarsi entro l'anno (2015), preve- Verrebbero realizzati due grandi la- Terzo stralcio. Sopra i laboratori, col- de la realizzazione, nell'attuale sot- boratori, uno di cucina e uno di sa- locate al primo e al secondo piano, toportico d'ingresso, di uno spazio di la, in modo tale da ospitare quattro è prevista la realizzazione di 12 ca- circa 140 mq. adibibile ad aula, spa- gruppi classe contemporaneamente pienti aule scolastiche (30 mq. cia- zio ricreativo o altro a seconda delle (ad esempio: due classi complete del scuna) con servizi per allievi e do- esigenze della scuola. In caso di ne- biennio iniziale). Ai laboratori, dotati centi e depositi. I tempi previsti per cessità, potrebbero essere ricavate delle relative attrezzature, verrebbe- l'edificazione dei piani e la consegna due capienti aule (circa 60 mq. cia- ro riservati oltre 320 mq. Nei rima- definitiva di 2° e 3° stralcio sono sti- scuna). La decisione sulla destinazio- nenti 220 mq. disponibili, sarebbero mati in circa due anni.
ne d'uso del nuovo spazio e, quindi, realizzati il magazzino, un deposito, Operando i debiti calcoli, messi in sull'intervento edilizio da effettuare, gli spogliatoi e i servizi, sia per gli conto anche i tempi di approvazione va attentamente ponderata una volta alunni/e che per i docenti.
del progetto, le burocrazie e gli ine- definite le priorità sia organizzative Dell'intero progetto, questo stralcio è vitabili contrattempi che, immanca- che didattiche dell'Istituto. Allo sta- il più complesso da realizzare perché bilmente, le opere pubbliche soppor- to attuale, emerge preponderante il richiede una pianificazione molto mi- tano, è stimabile che la consegna del bisogno di spazi destinati ai momenti rata delle attività didattiche da svol- tutto alla scuola venga fatta per l'av- collettivi (intervallo, riunioni interne, gere nell'immediato futuro, anche di vio dell'anno scolastico 2017/2018. incontri con famiglie ed esperti, ecc.) fronte ad eventuali modifiche dell'Or- Le soluzioni proposte, anche in ter- di cui l'Istituto è privo, considerato dinamento scolastico. In base a tale mini di tempistica, non sono certo le che quotidianamente sono presenti pianificazione, i tecnici esperti della migliori per l'Istituto che, nell'imme- in succursale più di 600 studenti.
Provincia (finora abbiamo incontrato diato, non troverà una soluzione ai Sarà il Consiglio d'Istituto, sentito il l'Ing. Valastro e l'Arch. Monetti), re- suoi notevoli e conosciuti problemi. Il parere del Collegio dei Docenti e del alizzeranno il progetto edilizio vero e piano rappresenta però una risposta personale tutto, studenti compresi, a proprio che, come risaputo, richiede fattiva e concreta che giunge gradi- dare le indicazioni più convenienti al- pratiche e tempi assai lunghi. ta, da parte degli attuali amministra- la Provincia. Il tutto entro il corrente Gli Organismi collegiali dell'Istituto, tori provinciali, dopo anni di silenzio sulla base delle proposte che potran- che hanno messo in seria crisi l'Isti- Secondo stralcio. La realizzazione del no arrivare anche dai singoli docenti, tuto Alberghiero.
secondo intervento, quello più com- genitori e alunni, trasmetteranno alla Qualcuno mi ha chiesto se ci credo.
plesso ed attuabile in tempi che, ra- Provincia l'idea realizzativa di massi- gionevolmente, avranno la durata di ma comprendente l'ubicazione degli Luigino Grossele
un anno (2016), prevede la costru- spazi e la tipologia delle attrezzatu- La cucina ebraico-veneziana
nezia alcuni piatti tipici del Nord Europa, come ad esempio quelli a base d'oca. Uno dei più caratteristici è la fugazza
cole gribole, una gustosa focaccia impastata con pezzetti
di pelle d'oca fritti, detti appunto gribole; un altro è la me-
lina, un involto di pasta frolla ripieno di carne macinata di
vitello o di tacchino. Ai mercanti sefarditi della Penisola ibe- rica si deve invece l'esportazione sulle tavole veneziane di sapori e colori tipicamente mediterranei, molto vicini a quelli della cucina spagnola (e siciliana): un esempio, fra gli altri, è costituito dalla preparazione in agrodolce del baccalà, che apre la strada ad uno dei piatti più popolari e gustosi della cucina veneziana, le sarde in saor, con il loro originale ab-
binamento di uvetta e pinoli. GLI EBREI ALL'OMBRA DI SAN MARCO
A confermare tali splendide combinazioni è un testo ormai classico, La cucina nella tradizione ebraica, di Giuliana Asco- Anche a Venezia, come da moltissime altre parti, gli Ebrei li Vitali Norsa. L'autrice individua una serie di piatti veneti o se la sono passata male in tanti momenti della loro storia. specificamente veneziani di origine ebraica, fra i quali spic- Arrivati in laguna in buon numero dopo l'anno mille, si sta- cano - udite, udite - i risi e bisi, il riso con le verze, i bi-
bilirono in un primo tempo alla Giudecca (nome che riman- goli in salsa, la polenta pasticciata, le già citate sarde in
da direttamente alla parola "giudeo") dove, pur minacciati saor, le sogliole marinate, i ciccioli, il prosciutto e il pet-
costantemente di espulsione, concentrarono ed espansero to d'oca, la luganega, la purea di zucca e la frittata di
le loro attività mercantili. Poi, il 29 marzo del 1516, le auto- spinaci. Tutte pietanze rigorosamente kasher, cioè confor-
rità della Serenissima crearono il Ghetto - parola che allude mi alle prescrizioni del Pentateuco, che con precisione disci- ad una vecchia fonderia che tutti chiamano gito (e che poi, plinano divieti, incroci e abbinamenti alimentari. Gli storici appunto, diventerà ghetto) – quartiere della città dotato di della cucina veneziana concordano. Giampiero Rorato ag- porte che al tramonto vengono sprangate, cosi da trasfor- giunge ad alcuni fra i piatti appena citati il saporito baccalà
marsi, per la comunità ebraica, in un oppressivo domicilio in umido, le carote alla giudia (con uova, uva sultanina
coatto. A metà del secolo successivo gli Ebrei erano quasi e aceto) e il famoso frisinal, succulento pasticcio di mac-
cinquemila, poi si ridussero di oltre tremila unità alla fine del cheroni di cui si conoscono due versioni, una con verdure ‘700. Ma quel che colpisce non è tanto la loro consistenza e formaggio, l'altra con carne. Da parte sua, il grande Giu- numerica quanto il radicamento nel tessuto socio-economico seppe Maffioli ci fornisce, fra le altre, le ricette dei risi con
della città, l'ampio ventaglio di attività culturali, produttive uette, delle polpettine de pesse, delle sardele spinae o
e commerciali che esercitavano e controllavano. Gli Ebrei coi fenoci, del brodetto de barboni, della sopa de pesse
diventarono protagonisti dell'economia cittadina a tal pun- spinà a l'ebraica, del polpeton de carne o de polastro o
to da suscitare la reazione della classe dirigente venezia- de anara, eccetera eccetera.
na che, brutalmente, li bollò come forestieri ed impedì loro, Cucina popolare, dunque. Semplice, ma fantasiosa e sapo- per buona parte del XVIII secolo, di esercitare l'industria, rita, ricca come tutte le cucine fondamentalmente familiari, di commerciare in granaglie e in altri generi alimentari, di il cui ricettario, qui rigidamente ancorato alla tradizione reli- impiegare personale subalterno cristiano. Tale condizione – giosa, si è tramandato oralmente di madre in figlia, genera- un miscuglio di minorità e discriminazione - si protrasse fi- zione dopo generazione.
no alla campagna italiana di Napoleone Bonaparte, quando fu proclamata finalmente l'uguaglianza di tutti i cittadini di Non delude neppure l'arte della pasticceria. Maria Ago- fronte alla legge. Il 16 maggio del 1797 le truppe francesi stini vi dedica un'agile libriccino con testo a fronte in ingle- entrarono a Venezia e il 10 luglio venne innalzato un albero se nel quale elenca un gran numero di preparazioni legate della libertà nel Ghetto nuovo (cioè nella piazza principale originariamente alle feste della tradizione ebraica, ma poi del quartiere), fra il tripudio dei cittadini di origine e religio- diffusesi anche in altri periodi dell'anno. Il capodanno civile ne ebraica che festeggiarono così – danzando e cantando - ebraico (la festività di Rosh ha Shanà), per esempio, è de- la distruzione e l'incendio delle porte della loro prigione. Il gnamente celebrato con una torta al miele e con lo stru-
Ghetto cessava di essere un luogo di reclusione dopo due- del di mele; la festa di Purim (o della sorte) è festeggiata
centottantuno anni e tre mesi.
con croccanti frittelle e con le orecchie di Hamman; la
ricorrenza di Sukkot (o del raccolto) con il bolo di origine
Da allora in avanti la comunità ebraica si sparpagliò per la sefardita, un dolce con frutta candita e uva di Corinto servito città e, se nel Ghetto rimasero i più poveri, altre famiglie, spesso con limonata o caffè.
come i Fianchetti, i Luzzati, i Treves, i Levi, i Levi Morenas, Anche la Pasqua (Pesach) si trasforma in un autentico i Vidal, salirono rapidamente la scala sociale ora animando trionfo di leccornie: dai pasticcini al cocco al tortiglione,
le vicende della politica (basterà ricordare il contributo of- una sorta di spirale di sfoglia riempito di mandorle trita- ferto all'insurrezione anti-austriaca del 1848-49), ora accu- te, al famoso harroseth, una specie di marmellata di mele
mulando cospicue fortune e acquistando sontuosi palazzi sul e pere preparata anche a Padova, e alle apere, deliziosi
Canal Grande.
e morbidi dolcetti rotondi preparati con farina, zucchero e E' dunque intuitivo, viste le premesse, che la cucina vene- uova. E poi le torte: deliziose quella a base di pan di spa- ziana sia anche una cucina ebraica grazie all'incrocio di usi gna e cacao amaro, con noci e mandorle, l'altra con man- ed ingredienti il più delle volte di elementare semplicità. In dorle e arance e infine la torta di mele.
particolare, furono gli ebrei ashkenaziti ad introdurre a Ve- Saverio Mazzacane
La cucina ebraico-veneziana
La cucina ebraico-veneziana
I DOLCI DI PESACH
cucchiaio di miele, 1 cucchiaio di gherigli tritati, 1/2 dozzina di biscotti secchi, cannella.
TORTA DI ARANCE E MANDORLE
Preparazione. Unire la farina con le uova battute, un cuc-
Ingredienti: 250 g di mandorle pelate, 200 g di zucchero, chiaio di olio, uno di zucchero, la bustina di lievito, un piz-
2 grosse arance bio per l'impasto + 1 per decorare, 4 uova, zico di sale e la buccia grattugiata di limone fino a formare 2 cucchiai di confettura di albicocche + 1 cucchiaio di liquore un impasto liscio e sodo. Coprire con uno strofinaccio e in- all'arancia, per decorare. tanto preparare l'impasto per il ripieno: mescolare insieme un cucchiaio d'olio, lo zucchero rimasto, l'uva sultanina, le Preparazione. Lavare le arance, metterle in una pentola noci, il miele e i biscotti sbriciolati. Rimestare bene il tutto,
con tanta acqua e bollirle per circa 40 minuti, poi scolarle e scaldandolo in un tegame. Quindi, spianata la pasta, rita- farle raffreddare. Nel frattempo preriscaldare il forno a 180° gliare dei quadrati e poggiare su ogni quadrato uno o due e rivestire con carta da forno uno stampo a cerniera di 18/20 cucchiaini di ripieno. Ripiegare lungo la diagonale e saldare i cm. Tritare le mandorle con metà dello zucchero, aggiungere bordi. Poggiare i triangoli sulla piastra del forno preriscalda- le arance e frullare fino ad ottenere un composto omogeneo. to a 190 gradi e che avrete precedentemente unto. Cuocere Separare i tuorli dagli albumi: frullare i primi con lo zucche- per 30 minuti.
ro rimasto nella crema di arance, montare invece a neve ben ferma i secondi. Incorporare gli albumi nell'impasto di arance e mandorle, con l'aiuto di un cucchiaio di legno, con movimenti dal basso verso l'alto, poi versare la crema così ottenuta nella teglia precedentemente preparata. Cuocere la torta nel forno già caldo per circa 45 minuti, poi farla ri- posare per una decina di minuti nel forno spento e, infine, riporla su una gratella per farla raffreddare. Per renderne lucida la superficie spennellare la torta con un composto a base di confettura di albicocche e liquore all'arancia scaldati su fiamma bassa. Infine decorare il dolce con alcune fette di arancia lasciate caramellare in poco zucchero di canna oppu- re con una semplice spolverata di zucchero a velo.
6 HARROSET O CHAROSET
Ingredienti: 2 mele grattugiate, il succo di una arancia
spremuta, 60 g di uva passa, 200 g di mandorle tritate, qualche dattero, un po' di vino rosso, 3 cucchiai di zucchero, APERE
1 pera, eventualmente un cucchiaio di scorza d'arancio grat- Ingredienti per 8 persone: 750 g. di farina, 600 g. di zuc-
tugiata e un po' di cannella o zenzero.
chero, 10 uova, scorza grattugiata di limone. Preparazione. Si disfano al fuoco pera, mela e datteri Preparazione. In una ciotola si mescolano la farina, lo zuc-
snocciolati per poco tempo. Intanto si fa rinvenire l'uvet- chero, i tuorli d'uovo e la scorza grattugiata di limone. A ta nel succo d'arancia. Poi tritare i datteri con le mandorle parte si montano a neve ben ferma gli albumi e si incorpora- e mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una consi- no all'impasto. Si dispone poi il composto a cucchiai su una stenza un poco più solida di una marmellata. Se il composto teglia oliata in modo da formare dei cerchi di circa 7-8 cm di risultasse troppo morbido aggiungere un pochino di azzima diametro. Si inforna poi a 200° per circa 15 minuti. tritata per solidificare.
I libri citati in questo articolo "La cucina nella tradizione ebraica", a cura di Giuliana Ascoli Vitali Norsa, Giuntina 1995, euro 25.
"La grande cucina veneziana: Ricette, storia e cultura della cucina di Venezia.", di Giam- piero Rorato. Dario de Bastia- ni editore, 2003, euro 22.
"La cucina veneziana", di Giu- seppe Maffioli, Orme editore, 2014 (ristampa), euro 19. "Dolci ebraici della tradizione ORECCHIE DI HAMMAN
veneziana – Jewish cakes in Ingredienti: 200 grammi di farina, 2 uova, 2 cucchiai di the Venitian tradition", di Ma-
olio, 150 grammi di zucchero, sale, 1 limone, 1/2 bustina di ria Agostini. Filippi editore, lievito in polvere, 1 cucchiaio e mezzo di uva sultanina, un 1999, euro 10.
La cucina ebraico-veneziana
LA REGOLAMENTAZIONE ALIMENTARE
dopo progressive facilitazioni (v. Levit. 13: 2-7, Deut. 12). EBRAICA E IL SUO FONDAMENTO TEOLOGICO
Durante la permanenza degli ebrei nel deserto del Sinai la carne dei quadrupedi domestici poteva, infatti, essere con- Nel libro del Levitico (cap. XI) sono contenuti i criteri pre- sumata solo se l'animale veniva offerto in sacrificio. Uccidere cisi per separare l'impuro dal puro, l'animale che non si può al di fuori dell'ambito sacrificale era considerata una colpa mangiare da quello che si può mangiare.
gravissima, in quanto comportava spargimento di sangue. Prima ancora di questa distinzione è, però, utile chiari- Quando gli ebrei arrivarono alla Terra promessa la distanza re il valore che la tradizione ebraica attribuisce alla macel- dal luogo centrale del culto sacrificale rendeva impossibi- lazione. Esistono, infatti, animali proibiti, ma anche quelli le tutto ciò. Solo allora fu permesso il libero consumo degli considerati commestibili possono divenire impuri, qualora animali, a condizione che fossero uccisi mediante il rito del- non fossero preparati secondo riti precisi.
la shechitàh. Questa pratica nasce, perciò, da ragioni molto profonde. Sopprimere un animale per mangiarne le carni non è, infatti, un atto lecito in quanto l'uccisione deve esse- LA MACELLAZIONE
re sacralizzata, o con un sacrificio o attraverso la macellazione. La Torà scritta vieta di alimentarsi con il sangue di qua- All'interno della tradizione ebraica la morte di un essere vivente drupedi e di volatili per due ragioni. Un primo motivo è te- non può mai diventare un'azione semplice, ordinaria. La she- ologico: dovendo il sangue degli animali immolati essere chitàh si impone, perciò, come mezzo educativo, che deve far versato sull'altare non è lecito all'uomo cibarsene, perché in pensare alla crudeltà dell'atto.
questo modo egli non riconosce la sovranità di Dio sul cre- La shechitàh consente di eliminare una grande quantità ato. La seconda ragione si sofferma sulla considerazione che è di sangue, ma il dissanguamento non è completo. Dopo la nel sangue che risiede la vita e la vitalità dell'animale. Vi sono macellazione gli esperti procedono all'eliminazione del sangue molteplici riti di macellazione, ma in questa sede appro- contenuto nei grandi vasi e in alcune sedi particolari indicate fondirò quello più importante: il metodo giudaico, detto dalla tradizione (niqqur). La carne non è, però, ancora pron- SHECHITAH (macellazione rituale). Esso comporta una serie ta per il consumo. Tutte le carni, prima di essere cucinate, di procedimenti da osservare scrupolosamente prima di con- devono essere sottoposte a dei procedimenti, che hanno lo sumare la carne. Nella shechitàh si procede al taglio della scopo di togliere il sangue residuo che potrebbe fuoriuscire trachea e dell'esofago, ottenuto con una lama affilatissima, durante la cottura. I metodi della tradizione sono due: la sa- priva di intaccature. La lama viene fatta strisciare sul collo latura e l'arrostitura. con gesti rapidi, senza fermarsi e senza esercitare pressioni. Il dissanguamento è rapido, abbondante e indolore. Questo rito ha, prima di tutto, un significato morale, in quanto riduce ANIMALI PERMESSI E ANIMALI PROIBITI
le sofferenze dell'animale. Secondariamente assume un valore La Torà classifica gli animali in vari gruppi (quadrupedi, igienico, in quanto, con la recisione dei vasi, vengono estratte acquatici, volatili, insetti, ecc.) e distingue nell'ambito di molte impurità dell'organismo. Ma ciò che mi preme maggior- ogni gruppo le specie permesse da quelle proibite. Questa mente evidenziare è che la shechitàh nasce da un problema distinzione segue principi differenti per ogni gruppo. Men- molto sentito dagli ebrei, ossia la legittimità del sacrificio della tre per i quadrupedi la classificazione è molto semplice, in vita animale come mezzo di alimentazione e di ricchezza eco- quanto segue due criteri fondamentali (gli animali devono nomica per l'uomo. Nel pensiero biblico non è considerato un avere lo zoccolo diviso in due e devono essere ruminanti), fatto naturale il cibarsi con carne, in quanto è un'azione che il problema della definizione delle specie permesse fra i vo- genera un senso di colpa, dovuta all'uccisione di un essere latili è molto più complicato.
vivente. In alcuni brani della Genesi (Gn. 1:29, 9:4) si racconta che l'umanità sarebbe stata vegetariana, per diventare carnivo- ra solo in un secondo momento, ossia dopo aver ricevuto l'au- PRINCIPI DELLE REGOLE ALIMENTARI EBRAICHE
torizzazione divina. Nella Torà questo permesso viene concesso Già abbiamo chiarito come nella Torà siano contenuti i cri- teri precisi per separare alimenti puri e impuri. Le ragioni per cui è imposta questa scelta sfuggono, però, ad una spiega- zione completa e scientifica. Nel corso della storia molteplici sono stati i tentativi di fornire un'interpretazione attendibile sull'argomento. Tuttavia non si può proporre una spiega- zione completa, in quanto i motivi, che sono a fondamento della regolamentazione alimentare ebraica non sono sola- mente di ordine teologico, ma abbracciano molteplici aspetti e ambiti. Mi sembra, dunque, utile presentare degli spunti di lettura, che non hanno certo la pretesa di esaurire l'argo- mento. "Spesso all'origine del divieto di particolari specie vi può essere il disgusto e lo schifo per quella specie". Questa spiegazione pragmatica risulta essere molto riduttiva, in quan- to non solo spiega in minima parte la ragione dei divieti, ma si scontra con il fine dell'intera educazione ebraica. La tradizione rabbinica insegna, infatti, che le norme alimentari non devono essere osservate perché generate da sensazioni di disgusto, ma perché contrarie al desiderio profondo della persona. Dio La cucina ebraico-veneziana
ha offerto all'uomo beni di cui fruire. Questo piacere deve LA PREPARAZIONE DELLA CARNE KASHER
essere goduto, perché da Lui concesso, ma non può essere Affinché la carne possa essere consumata dagli ebrei è ne- la conseguenza di un atto istintivo. Solamente attraver- cessario che provenga da animali puri e che sia macella- so la riflessione l'uomo chiarisce il significato dell'azione ta secondo un rituale attuato da un macellaio kasher, un che compie e può, quindi, godere completamente di ciò ebreo credente appositamente addestrato e autorizzato che gli viene offerto. La proibizione non ha, dunque, co- dalle autorità rabbiniche. Anche la preparazione dopo la me scopo l'insegnare che l'esistenza deve essere accom- macellazione, però, è fondamentale per rendere la carne ka- pagnata solamente da rinunce, ma l'individuare un modo sher, ossia "adatta" ad essere consumata dagli ebrei.
corretto di fruire dei beni. Seguendo queste regole l'uomo instaura un rapporto giusto con le cose e con gli altri uomini, Dopo aver macellato correttamente un animale, è
rapporto che non nasce dall'istinto di dominio e di posses- necessario controllarne la carcassa per verificare
so, ma dalla consapevolezza che tutto è donato da Dio ed è che non ci siano difetti invisibili quando l'animale era
Suo. "Considerare i rapporti dell'uomo con la natura e con vivo, in particolare nella zona dei polmoni. Ci sono ben 70
gli altri uomini in termini di dominio assoluto e di sfrutta- categorie differenti di lesioni, malattie e anomalie che ren- mento conduce ad una visione distorta del ruolo dell'uomo, derebbero la carne non kasher. Dall'animale vengono ri- che diventa o padrone tirannico o schiavo di altri uomini, o mosse parti non considerate pure, come gli intestini ed i delle macchine che costruisce, o dei beni che cerca, con ter- reni (organi del resto deputati alla produzione dei rifiuti ribili conseguenze su tutta la società umana". All'interno di questa prospettiva il significato delle regole alimentari non è diverso da quello delle altre norme ebraiche Le carcasse dei mammiferi debbono essere "ripulite"
contenute nella Torà. Alcuni autori hanno attribuito ai divieti da alcune vene, grandi arterie, alcuni grassi, nonché
alimentari primariamente un significato igienico. Secondo la dai tendini e dal nervo sciatico, che non possono es-
loro ipotesi solamente in questo modo si possono spiegare sere consumati. Il divieto di consumare tagli di carne con
alcune sentenze famose contenute nel Talmud, quali "Chi nervo sciatico risale al racconto di Giacobbe che, durante infarcisce lo stomaco con ogni sorta di cibi, cade in brac- un combattimento, fu ferito proprio al nervo sciatico (sopra cio alla epidemia", oppure: "Chi mangia e non fa moto deve l'articolazione del femore) e reso zoppo, mentre il divieto ammalarsi, particolarmente se ha mangiato cibi pesanti od riferito ad alcuni grassi risiede nel fatto che, anticamente, 8 indigesti". E' indubbio che queste frasi sembrano avvicinarsi questi erano offerti al santuario di Gerusalemme.Soprat-
a prescrizioni di tipo medico e che l'astensione da alcuni tutto l'asportazione dei grassi del quarto posteriore e del cibi può aver rappresentato per il popolo ebraico una va- nervo sciatico è molto laboriosa e complessa, per cui spes- lida difesa contro alcune malattie. Da un punto di vista so i quarti posteriori vengono venduti a macellerie per non igienico molte delle specie proibite non presentano alcun ebrei, che non debbono compiere la laboriosa purificazio- rischio particolare, neppure nei caldi climi medio-orientali. ne, mentre i quarti anteriori vengono destinati all'alimen- tazione degli ebrei ortodossi. Inoltre molti animali ritenuti puri risultano essere pericolosi tanto quanto gli animali impuri. La carne viene poi ripulita di tutto il sangue rimanen-
Accanto a queste considerazioni pratiche ci sono, però, te immergendola in acqua, poi cospargendola di sale e infi-
delle ragioni molto più profonde che ci conducono ad abban- ne risciacquandola. La carne è, in tal modo, finalmente ka- donare questo tipo di argomentazione: "La mistica ebrai- sher: ha un colore più chiaro della carne non dissanguata
ca sviluppa ulteriormente questa linea interpretativa, soste- ed è anche più facilmente conservabile proprio grazie
nendo che la distinzione tra animali permessi e proibiti ha le all'assenza di sangue. Fanno eccezione fegato, cuore e sue radici negli aspetti nascosti della creazione. Solamente polmoni che sono ricchi di sangue e non possono essere Dio che ha creato l'Universo conosce veramente l'uo- kasherizzati mediante il processo illustrato, ma solo cuo- mo e può indicargli ciò che è dannoso per la sua natura cendoli su fiamma viva, cioè alla griglia.
profonda". Cibarsi di animali impuri è, dunque, rischio- so non tanto per il corpo quanto per l'essenza stes- sa della persona. L'uomo è, infatti, stato creato per essere santo. Gli alimenti proibiti introducono la sozzura nell'anima dell'uomo al punto di allontanare la santità divina. In questo senso le proibizioni alimentari sono più importanti delle al- tre, poiché il cibo penetrando nel corpo, diventa carne della sua carne. Molte altre sono le interpretazioni dei divieti alimentari. Certamente la scelta tra cibi proibiti e per- messi rappresenta per il popolo ebraico un principio di coesione e di unità. Ovunque si trovi, l'ebreo si riconosce per il rispetto delle norme contenute nella Torà. Questo tipo di motivazione più che essere la chiave di lettura della regolamentazione alimentare, è la sua conse- guenza diretta, ossia è la conseguenza del tentativo di ogni ebreo di diventare santo, come è santo Dio.
IL BICCHIERE. MEZZO PIENO
PROFESSIONE SOMMELIER
Come interpreti la tua professione?
Sono diventata una sommelier professionista misurandomi di continuo con vini di qualsiasi provenienza. Le doti più im- portanti, a mio avviso, consistono nell'avere una buona co- noscenza del settore enologico e la capacità di comunicare con gli altri. Una buona comunicazione che trasmetta l'amo- re, la passione, l'entusiasmo, il rispetto per il vino e, dulcis in fundo, l'umiltà.
Ma allora, quella del sommelier è solo una professione
o è anche immagine?
La figura del sommelier è diversa da quella dell'assaggiatore di vini e quindi, dal mio punto di vista, la nostra è una pro- fessione, ma è anche immagine. L'assaggiatore si focalizza sul giudizio tecnico e sulla qualità del vino ed è addestrato per rilevare e giudicare gli eventuali difetti presenti nel pro- dotto; il sommelier professionista integra l'analisi sensoriale con la presentazione, il servizio e l'abbinamento del vino ai cibi. Il sommelier deve saper raccontare, comunicare il vino, sia pure in misura variabile rispetto al contesto in cui si tro- va, deve descriverlo anche in termini quasi di linguaggio po- etico oltre che tecnico. Oggi l'immagine di un prodotto gioca un ruolo fondamentale, come dimostrano quei brand di una data azienda vinicola capaci di essere un segno rappresenta- tivo di grande impatto. Per me il sommelier è un esperto in- formato che racconta storie di terroir, di uomini e donne che il vino lo fanno con amore, è un amico, un testimonial che Miriam Quartesan è, dal 2014, sommelier del Caffè-Ristor- consiglia cosa bere anche per il piacere di essere apprezzato ante Quadri di Venezia, uno dei locali più antichi e prestigiosi e ricordato, colui che regala un'emozione.
d'Italia. Ha acquisito il titolo di "Degustatore Ufficiale" AIS (Associazione Italiana Sommelier, ndr) e collabora a "Vino- Miriam, che cosa rappresenta il vino italiano al giorno
eCibo e non solo", rivista che si occupa di enogastronomia e d'oggi?
di mete di viaggio. Diplomatasi alcuni anni fa al "Pietro d'A- Il vino italiano è uno di quei prodotti di eccellenza la cui qua- bano", Miriam ha poi frequentato il corso triennale di Scien- lità è riconosciuta in tutto il mondo. Non dimentichiamo mai ze e Tecnologie alimentari a Castelfranco Veneto, ha effet- che il vino è passione. "La passione è il veicolo per arrivare tuato vari viaggi di studio all'estero e si è qualificata nei tre al vino, senza si beve acqua o una bibita". Degustare un pro- corsi AIS. A livello professionale ha iniziato la sua carriera dotto di qualità desta sempre un'emozione. Nella ristorazio- presso i ristoranti della famiglia Alajmo, prima al Golf La ne il vino viene considerato un bene di scambio, sia a livello Montecchia di Selvazzano Dentro, poi a Le Calandre di Ruba- emozionale che commerciale. Ecco che, in questo passaggio no; parallelamente ha frequentato il Master Alma-Ais Wine storico, io lo interpreto come un flusso vitale che raccoglie in Accademy della Scuola internazionale di cucina e sommelier sé passione, virtù e vizio.
di Gualtiero Marchesi alla Reggia di Colorno, presso Parma. Quindi, a completare (per il momento) il suo percorso, la Un'ultima curiosità, anche a vantaggio di chi, ancora
"promozione" al Quadri, un'altra "perla" stellata di Massimi- studente del nostro istituto, volesse intraprendere la
liano Alajmo. tua professione. Ci puoi raccontare la tua esperienza
Miriam, che cosa ti ha portato a diventare una somme- al Master che hai svolto presso ALMA?
Il mio percorso formativo in ALMA-AIS ha avuto la durata La scelta di questo percorso professionale è stata una sfi- di un anno e mi ha permesso di intraprendere alcuni viag- da con me stessa. Ho voluto mettermi in gioco, ogni gior- gi-studio soprattutto in Francia. Ho scelto di frequentare no, sollecitando le mie curiosità e confidando nelle capacità questo Master per integrare ed arricchire il mio patrimonio che ritenevo di avere. Devo molto a mio padre, l'artefice dei di conoscenze sul vino. E' stata una bella esperienza, che mi miei primi passi in questo mondo. Lui, chef, mi spingeva ad ha insegnato tanto anche attraverso il confronto con perso- assaggiare, a degustare. E soprattutto ad avere fede e a ne molto preparate e la conoscenza di realtà vinicole e pro- credere negli obiettivi che ci poniamo. Il resto è arrivato con duttori di vino di notevole importanza.
l'impegno e una buona dose di autostima. Ma ho avuto anche la fortuna di ricevere l'aiuto di bravi insegnanti. Due su tutti: Il tuo futuro, Miriam?
il mio professore di Sala del "Pietro d'Abano", Bruno Manie- Bella domanda, di quelle che meritano una risposta ponde- ro, una persona davvero speciale che ho avuto l'onore e il rata. Ma non ho dubbi: fra i miei progetti il più importante piacere di conoscere, che ha creduto in me, motivandomi ad è quello di trasmettere agli altri, attraverso l'insegnamento, approfondire le conoscenze specifiche e il maitre di sala del tutta la passione che nutro per questo nettare così buono, ristorante La Montecchia, che mi ha insegnato davvero tanto. così straordinario.
IL BICCHIERE. MEZZO PIENO
ACCOGLIENZA TURISTICA
2. TOUR ENOGASTRONOMICO D'ITALIA
Completiamo il Tour enogastronomico d'Italia, la cui prima puntata è stata pubblicata nel numero precedente di Prati- camentePietro. Alle regioni settentrionali si aggiungono ora quelle del centro-sud, ognuna con le sue peculiarità e pre- libatezze, a delineare un quadro generale di prodotti e spe- cialità che fanno della cucina del nostro Paese un unicum (o quasi) nel panorama internazionale. Seguono altri pacchetti turistici innovativi, anch'essi nell'ambito dei progetti di Ac- coglienza turistica realizzati quest'anno dalla classe 5AT. QUADRI, FRA TRADIZIONE E MODERNITÀ
Il Caffè Quadri, ubicato in piazza San Marco, a Venezia, sot- to i portici delle Procuratie Vecchie, è un ristorante di raffi- nati piaceri culinari, che per tradizione accoglie la clientela internazionale e veneziana che desidera un'alta qualità dei prodotti e del servizio.
Si tratta di uno dei più antichi caffè-ristoranti italiani, sorto nel 1775 quando Giorgio Quadri, rientrato a Venezia dopo una lunga permanenza a Corfù, decise di aprire un locale per vendere il caffè sotto forma di acqua negra bollente, grazie all'aiuto della moglie Naxina. Era un locale già famoso in città visto che lì, con il nome "Il Rimedio", fin dal 1638 si vendeva il vino Malvasia all'epoca ritenuto un rimedio corro- borante perché si credeva "rinvigorisse le membra e risve- gliasse lo spirito". Nel 1830 il Quadri fu restaurato dai fratelli Vivarini, che aprirono al piano superiore le sale con il risto- 10 rante. Fu così che esso divenne, da subito, una delle me-
te preferite di artisti, scrittori e intellettuali come Stendhal, Lord Byron, Richard Wagner. Il locale ha una sua maestosi- tà che deriva in parte anche dalla sua eleganza, creata sia dall'arredamento che dalla considerevole raccolta di quadri di Giuseppe Ponga che vi si trova. Le tovaglie -simili a copri- macchia- ricoprono e cingono perfettamente i tavoli, la mise en place è essenziale.
Oggi il Quadri dimostra tutta la sua versatilità poiché co- niuga la tradizione antica con il vivere moderno, offrendo al primo piano il ristorante che si affaccia sulla piazza e al pia- no terra l'indiscreto fascino di un caffè. Tutto ciò sempre nel segno della qualità dei prodotti e delle preparazioni. Fin dal La cucina laziale ha origini molto antiche e si basa principal- primo istante in cui si entra nella sala ristorante si percepi- mente su prodotti e ingredienti rurali. sce un'atmosfera armoniosa, grazie soprattutto ad una luce I paesaggi offerti dalla natura di questa regione mettono a avvolgente e soffusa che ha il potere di esaltare il fascino disposizione ottimi spazi adatti all'allevamento di ovini (di del locale. La cucina, curata da Massimiliano Alajmo e dal qui la produzione di Pecorino Romano) e bufale e alla coltura suo staff, offre raffinati piatti ispirati alla tradizione gastro- di carciofi - simbolo di questa cucina - legumi, cereali, olive, nomica lagunare (rivisitata). Tra le specialità spicca il gelato viti e kiwi (il più famoso quello di Latina) al forno, un'antica ricetta del Caffè Quadri, fatto di spuma di amaretto e mandorle e completata da una meringa appena scottata. Ampia e di pregio la carta dei vini.
Eleonora Ortolani e Aurora Cesaro
Se si dovesse sintetizzare la cucina campana con un so- lo aggettivo, indubbiamente si sceglierebbe "solare" perché si tratta di una cucina che utilizza prodotti maturati all'aria aperta e resi saporiti dal sole. La Campania è davvero for- tunata e baciata dalla natura, è tanto ricca di prodotti da offrire una gamma di specialità tra le più vaste d'Italia Chi non conosce la mozzarella di bufala, i pomodori San Marza- no e i pomodorini dell'area vesuviana, i limoni e le noci di Sorrento, la pasta di Gragnano e ovviamente la pizza, che è la più buona del mondo ed è ovunque imitata? La Campania, fin dall'antichità, si è distinta per il suo patrimonio culinario, ricco di prelibatezze e preparazioni irresistibili.
ACCOGLIENZA TURISTICA
2. PACCHETTI TURISTICI INNOVATIVI
GOPROEXTREMEXPERIENCE - L'itinerario è stato ideato
per promuovere il territorio veneto e associare ad esso la pratica di sport estremi che mai tra loro sono stati uniti fino a creare un pacchetto turistico. Ogni partecipante viene do- tato di una speciale telecamera con cui potrà documentare il suo viaggio e condividerlo in tempo reale sui social network con l'utilizzo di appositi hashtag. L'ALTRA FACCIA DEL PASSATO - Un itinerario che vi stu-
pirà. Non il solito giro turistico, bensì un'avventura alla sco- perta delle leggende e dei misteri delle città di Verona, Pa- dova e Venezia. Se siete abbastanza coraggiosi e impavidi prendetevi 6 giorni per scoprire cosa si cela dietro le nostre bellezze monumentali. FROM VENETO WITH LOVE - E' un pacchetto turistico in-
dirizzato alle coppie (di qualsiasi genere ed età) interessate a scoprire il Veneto nei sui luoghi più suggestivi e romantici. L'Umbria viene anche chiamata "Cuore verde d'Italia" per il La durata è di 5 giorni e 4 notti, e si può svolgere in periodi suo alto indice di boscosità. La sua cucina è fortemente le- differenti a seconda degli interessi dei turisti: in primavera gata alla storia: fin dai tempi degli Etruschi infatti troviamo per gli amanti della natura e per poter ammirare la vivacità piatti semplici con un ampio uso di legumi e cereali. Grande del Parco Giardino di Sigurtà nel periodo di fioritura; in luglio importanza ha l'olio, vanto della regione, che ha ottenuto per un giro in gondola a Venezia nella notte della Festa del il marchio DOP per l'intera produzione. Qui si svolge anche Redentore, con emozionanti giochi pirotecnici, o a settem- l'Eurochocolate, manifestazione annuale dedicata alla cultu- bre per poter assistere allo spettacolo lirico "Romeo et Ju- ra del cioccolato.
liette" all'Arena di Verona. L'itinerario è ideale per chi vuole Gloria Garavello fuggire dalle caotiche città e rifugiarsi in borghi affascinanti
e paradisi naturali. Tra le tappe troviamo Borghetto sul Min- cio (VR), Verona, Arquà Petrarca (PD) e Venezia. Bagnata dal Mediterraneo, la Lucania, ossia la Basilicata, si rivela come una culla di sapori che prendono forma nel tem- po e nelle tradizioni. I profumi e i sapori della regione rap- presentano una perfetta aggregazione di culture e di prodot- ti autoctoni che hanno definito la sua storia. La tradizione enogastronomica è caratterizzata da gusti forti e colori viva- ci. Tra i prodotti tipici troviamo il peperone del Senise, pre- sente in qualsiasi ricetta regionale, tanti salumi e moltissimi prodotti caseari, soprattutto di capra. Da non dimenticare il pane di Matera, con la sua forma ed il sapore inconfondibi- le. Matera, la città dei sassi, è patrimonio dell'UNESCO dal 1993, il suo fascino è antico e molto particolare.
INCONTRI SPECIALI
RICCARDO CANELLA, CUOCO GIRAMONDO
Riccardo Canella, diplomatosi nel no- stro istituto nel 2004, è un giovane cuoco di grandi prospettive. Con que- sto articolo, inviatoci dal Giappone dove attualmente lavora, ha voluto "raccontarsi" ai lettori di Praticamen- Quando ho cominciato a lavora- re, poco più di dieci anni fa, non ave- vo neppure la più vaga idea di quanto lontano mi avrebbe portato il mestie- re che avevo intrapreso. Per me, il me- stiere più bello del mondo: quello del cuoco. Penso che il cuoco sia colui che sapientemente estrae, come in una Ge- nesi sottile, la dimensione reale della materia, facendola trascendere. Il suo compito è quello di ritrovare emozioni e ricordi impressi nella sua mente e di farli rivivere in colui che saprà "ascolta- re", cioè il commensale. Per farvi capi- re cosa intendo voglio ricordare Marcel Proust, quando nella Recherche scrisse che l'aver mangiato una petite made- leine aveva risvegliato in lui i ricordi e l'atmosfera della sua infanzia. La cuci- na, dunque, è non solo nutrimento del corpo, ma allo stesso tempo della men- te e del cuore.
Posso dire di essere soddisfatto del percorso professionale fin qui svolto. Ho lavorato con chef di straordinario valore e da tutti ho imparato qualcosa. A par- tire da Luigi Biasetto, Maestro dell'omo- nima pasticceria padovana, nella quale, grazie al "Pietro dalla bellezza delle cose e delle persone che ci circondano. d'Abano", ebbi tanti anni fa l'opportunità di fare uno stage. Cercare la strada e percorrerla.
Quell'esperienza fu per me un'epifania, la ricordo ancora come fosse ieri perché cambiò completamente il mio punto Nonostante le esperienze di cui ho detto sentivo che mi di vista in relazione a quello che volevo fare "da grande" mancava ancora molto da apprendere dal punto di vista pro- e soprattutto al come. Non fu un caso che, appena diplo- fessionale. Così ho deciso di inviare il mio curriculum al No-
mato, decisi che la mia carriera sarebbe partita proprio da ma di Copenaghen per effettuare uno stage di circa 3 mesi
lì, pur sapendo da sempre che la mia strada era la cucina. e, lo riconosco, sono stato davvero molto fortunato perché Volevo fare miei tutti quei valori - pulizia, organizzazione, hanno accettato la mia candidatura. Ma perché proprio Co- disciplina - che sapevo mi sarebbero serviti in futuro. Poi, penaghen? Diciamo che il mio obiettivo era quello di capire negli anni successivi, ho avuto la fortuna di lavorare con quale specie di rivoluzione gastronomica si stava realizzando altri "mostri sacri", come Gualtiero Marchesi (all'Albereta lì in Danimarca e in tutta la Scandinavia. Lo chef del Noma
Relais & Chateaux di Erbusco, vicino a Brescia) e Massi- è Renè Redzepi, danese di origini albanesi di neppure qua-
miliano Alajmo (a Le Calandre di Sarmeola di Rubano). rantanni, uno dei prodigi della ristorazione contemporanea
Sono state esperienze professionali fuori dal comune, me d'autore, con un passato di qualificanti esperienze di lavoro ne rendo conto, ma tengo a precisare che sono rimasto me in California, in Francia e in Spagna, al Bulli di Ferrán Adrià.
stesso, l'umiltà viene prima di tutto, poi il rispetto per gli Il ristorante, di cui è comproprietario, è stato premiato con altri e, ancora, la forza di volontà e la voglia di apprendere 2 stelle Michelin e per ben quattro volte è risultato il miglio- dai propri errori. Dobbiamo affrontare il lavoro (o la scuola, re del mondo secondo la classifica annuale The World's 50 questo vale per gli studenti) con dedizione perché il tempo Best Restaurants. è nostro, solo nostro, e trovare la libertà anche nell'obbli- Redzepi è noto soprattutto per aver propiziato la grande go di rispettare determinate regole. Bisogna fare in modo affermazione della cucina nordica, fondata sui prodotti del di "ascoltare" la passione che ci cresce dentro ed inseguire territorio scandinavo e su una accurata pulizia di sapori e sempre i nostri sogni, non accontentarsi mai, farsi stupire piatti. Chi mai s'è trovato prima d'ora a degustare buoi mu- INCONTRI SPECIALI
olio di colza? Perché, infine, offrire del fromage blanc quando esiste lo skyr, formaggio da latte fermentato che già i Vichinghi consumavano in quantità industriale? Signori, ecco la New Nordic Cuisine, movimento nel cui manifesto, redatto dallo chef Re- dzepi e da un manipolo di illuminati colleghi suoi conterranei, leggiamo l'ambizione di «abbagliare il mon- do con tutti i migliori sapori distintivi delle nostre terre». Ho trascorso al Noma (a propo-
sito: il ristorante sorge in fondo ad una strada portuale e fino al 2003 era un deposito dove si immagazzi- nava il sale) mesi molto duri, ma ho capito anche, e da subito, che que- sto posto faceva per me: così non mi sono fatto scappare l'occasione di unirmi alla squadra per andare a Tokyo - avete letto bene: Tokyo - perché lo chef Redzepi ha pensato semplicemente di trasferire il suo ri- storante in Giappone per 5 settima- ne! Qui, nel Paese del Sol Levante, utilizziamo le materie prime del luo- go, ma lavoriamo con la stessa filo- sofia di Copenaghen: gli ingredienti provengono da località distanti non più di 80 km, privilegiamo i buoni prodotti dei contadini della zona, ma li reinterpretiamo a modo nostro, in libertà e secondo una proposta d'a- vanguardia. Attualmente lavoro lì come capo partita e, come si dice, "vivo il sogno"! Sono molto contento di ampliare le mie conoscenze impa- rando nuove tecniche di lavorazione e contemporaneamente di allargare i miei orizzonti sul tipo di cucina che vorrò, in futuro, proporre nel mio ri- Desidero chiudere queste bre- vi note dedicando agli studenti del "Pietro", la mia vecchia scuola che ricordo sempre con affetto e un po' di nostalgia, una frase del filosofo e scrittore statunitense Henry David Thoreau: «Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, in pro- fondità, succhiando tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò schiati, granchi degli abissi marini, aragoste delle Fær Øer, che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che tartufi dell'isola di Gotland, germogli di felce o trifogli aceto- non avevo vissuto.» si dei boschi danesi? E che senso ha usare l'olio d'oliva me- diterraneo se la terra di Danimarca produce un eccellente EX STUDENTI ALLA RIBALTA
DA STUDENTE DEL "PIETRO" A PRESIDENTE DELL'UNIONE CUOCHI DEL VENETO
mazione della persona, lo studio nel suo insieme, l'educazio- ne, il rispetto, tutti valori che nel corso degli anni sono stati dati troppo per scontati e forse anche privati del loro valore intrinseco. Anche il mondo del lavoro è mutato profonda- mente, le aziende vogliono sempre più personale già for- mato, preparato, dinamico, dotato di quell'apertura mentale indispensabile per essere – e qui parlo del mio campo - chef/ manager capaci di gestire sia il materiale umano che il bu- dget e di avere, al tempo stesso, capacità creative all'avan- guardia. Ecco, secondo me all'Istituto alberghiero dovranno diplomarsi ragazze/i con le fondamenta solide per essere la nuova classe dirigente in ambito lavorativo.
Alla luce delle tue esperienze di studio e di lavoro che
cosa ti ha dato la scuola di essenziale/importante/de-
cisivo e che cosa ti è effettivamente mancato?
Dai pochi anni passati a scuola ho ricevuto molto in termi- ni di socializzazione ed educazione, ho imparato cos'è il ri- spetto per gli altri e ho avuto la fortuna di apprendere da persone vere che ricordo in maniera nitida, a cominciare dal nostro insegnante di cucina, Pasquale Esposito, che ci incul- cava continuamente quello che io ripeto ancora a tutti i miei collaboratori: ordine, pulizia, disciplina, da sempre le tre re- gole fondamentali non solo in cucina, ma nella vita. Ricordo 14 RAGAZZI, NON ACCONTENTATEVI MAI!
anche il nostro insegnante di quella materia che al tempo era denominata Tecnica alberghiera, il prof. Mario Callegari, Claudio Crivellaro (Padova, 1970), ha frequentato l'Istituto un vero direttore d'albergo - tutti noi pendevamo letteral- alberghiero "Pietro d'Abano" dal 1984 al 1987, seguendo il mente dalle sue labbra - capace di trasmettere sensazioni, corso di cucina. Dopo aver iniziato a lavorare al ristorante Pi- emozioni, passione, una autentica scuola di vita. Ma anche roga di Selvazzano Dentro nel 1986, ha avuto altre esperien- tutti gli altri docenti, chi più chi meno, hanno contribuito a ze ad Asiago (hotel Linta Park e ristorante La Baitina), Cortina farci maturare profondamente.
d'Ampezzo (hotel Cristallo e ristorante El Camineto), Madon- na di Campiglio (hotel Des Alpes), Galzignano Terme (hotel Quale "ricetta" importante per la vita hai imparato a
Splendid e Sporting) e Montegrotto Terme (hotel Garden). scuola?
Attualmente è chef dell'hotel Bristol Buja di Abano Terme. Sicuramente il rispetto per il proprio lavoro, l'amore da dare ai prodotti che con le nostre mani riusciamo a trasformare, Claudio, ritorniamo al periodo in cui, giovane studen- la coscienza dell'importanza di uno studio approfondito di
te, frequentavi il "Pietro d'Abano".
tecniche, materiali, nuove attrezzature, prodotti ecc.
Conservo un ricordo molto piacevole degli anni trascorsi all'Istituto alberghiero, erano senza dubbio altri tempi, non Qualche rimorso o qualche rimpianto?
c'era la crisi di oggi, e tutti i ragazzi (o quasi) andavano a Il rimpianto più grande è quello di non aver continuato gli fare esperienze lavorative importanti nel periodo estivo, così studi. Come dicevo prima, erano altri tempi e non si dava ci si ritrovava a settembre con tante cose nuove, tante idee ancora l'importanza dovuta a questo autentico strumento di da condividere, tante storie da raccontare ed un bagaglio democrazia sociale – parlo dello studio, ovviamente - ma se tecnico sempre più ampio. Un bagaglio che ognuno di noi una volta ci si poteva "arrangiare" lo stesso, oggi non è più metteva a disposizione del gruppo, in una logica di condivi- così, perché non continuare gli studi significherebbe preclu- sione, strumento fondamentale ed indispensabile nel nostro dersi un'infinità di occasioni e di opportunità.
lavoro. Non c'erano i pc, gli smartphone, i social, sicuramen- te avevamo meno possibilità di adesso, eravamo forse più Oggi sei ben inserito nel mondo del lavoro, la scuola è
ingenui, ma sempre mossi dalla stessa forza e passione che ormai lontana.
più di recente ho avuto la fortuna di toccare con mano nel- Sono abbastanza soddisfatto del mio percorso lavorativo e le classi conosciute nei progetti di alternanza scuola/lavoro.
professionale: faccio lo chef in un grande albergo, sono sta- to presidente dell'Associazione cuochi Padova e Terme Euga- A tuo parere in una scuola professionale è più signifi- nee e adesso assumerò la presidenza dell'Unione cuochi del
cativa la trasmissione dei contenuti didattici o l'edu- Veneto, organizzo corsi di cucina, cene di gala, banchetti,
cazione ad un sistema di vita?
ho sempre un sacco di attività in essere. La scuola è ormai Secondo la mia personale visione la scuola non deve solo dietro alle spalle, mi ha dato molto, ma io credo che la cosa preparare ottimi cuochi o camerieri o barman: se ci riesce più importante sia guardare al futuro in maniera positiva e tanto meglio, ma fondamentali al giorno d'oggi sono la for- propositiva, anche imparando dai propri errori.
EX STUDENTI ALLA RIBALTA
EX STUDENTI ALLA RIBALTA
Che cosa ritieni irrinunciabile per affacciarsi nel mon-
do del lavoro?
Come dicevo prima, la dote irrinunciabile per approcciarsi al mondo del lavoro è l'umiltà, soprattutto all'inizio. Attenzio- ne, umiltà non significa sottomissione, ma rispetto per gli al- tri e voglia di apprendere dalle persone che hanno maggiore esperienza. Un mio vecchio capo partita mi diceva sempre che i commis devono essere come le spugne e assorbire tut- to quello che vedono e sentono, e non fossilizzarsi nel risto- rantino dietro casa, ma girare, cambiare spesso, almeno fino ai trentanni, periodo in cui i ragazzi costruiscono le fonda- menta per il proprio futuro.
Cosa metteresti in valigia? Scrivici la tua hit list… Un
tablet, un libro, un telefono, la conoscenza delle lin-
gue, un abito "giusto"… A cosa potresti assolutamen-
Le liste delle cose irrinunciabili sono profondamente cam- biate nel corso degli anni, ora non saprei rinunciare a smar- tphone, tablet, pc, strumenti che ti permettono di restare (anche se in maniera virtuale) collegato al tuo mondo e alla tua rete. Se si trattasse di un viaggio di piacere, sicuramen- te porterei con me gli affetti familiari; se invece il viaggio fosse di lavoro, non potrei rinunciare ai miei coltelli e alla mia attrezzatura a cui sono quasi maniacalmente affeziona- to. Potrei lasciare a casa quasi tutto il resto.
Un tuo consiglio agli studenti dell'Alberghiero?
Il consiglio che mi sento di dare alle ragazze e ai ragaz- zi dell'Alberghiero è di crederci, di non avere paura, di non smettere mai di studiare, di essere affamati di conoscen- za, di non lasciarsi abbattere dalle mille difficoltà che incon- treranno nel loro cammino, di avere sempre la ferma con- vinzione (perché è cosi) che nessun risultato è precluso in quanto con l'impegno e la costanza si può arrivare a qualsi- asi traguardo. Fondamentale poi la contaminazione con al- tre culture, altre cucine, altre mentalità, per fare questo è necessario fare la valigia e bussare a tutte le porte, andando a lavorare in brigate grosse, in posti prestigiosi, senza pau- ra delle ore di lavoro, della distanza da casa o dello stipen- dio scarso. Appena usciti dalla scuola inizierete a scrivere il vostro futuro e più pagine avrete scritto fino ai quarantanni maggiori saranno le soddisfazioni, il prestigio ed i riconosci- menti per sentirsi veramente realizzati. E non accontentate- vi mai. Puntate al massimo con convinzione perché per ridi- mensionarvi c'è sempre tempo. Maria Chiara Ceresoli
Allo chef Claudio Crivellaro e ai suoi collaboratori della Federazione Italiana Cuochi - sezione di Pa-
dova e Terme Euganee - vanno i più sentiti ringraziamenti da parte dell'Istituto. Nel corrente anno
scolastico, continuando e ampliando considerevolmente un'iniziale esperienza di Alternanza Scuo-
la-lavoro, già avviata lo scorso anno, la F.I.C. e gli albergatori di Abano Terme e Montegrotto Terme
(Hotel Bristol Buja, Hotel Metropole, Hotel Millepini) hanno ospitato gli studenti delle classi quarte
e quinte del settore Enogastronomia, mettendo a disposizione le loro competenze e i laboratori dei
loro alberghi. Per l'Istituto, privo di spazi dove svolgere un lavoro continuativo di qualità con gli stu-
denti più grandi e più capaci, la soluzione si è rivelata estremamente positiva, anche e soprattutto
per lo sprone a dare il massimo che gli chef hanno saputo trasmettere. Gli allievi hanno espresso il
loro più alto gradimento per l'esperienza che, speriamo, si possa ripetere anche per il prossimo anno
scolastico e per il futuro. Un grazie riconoscente.
ISTITUTO ALBERGHIERO PIETRO d'ABANO
VIAGGIO NELL'ESAME DI STATO
COME AFFRONTARLO SENZA PAURA
ANSIA AMICA ANSIA
Con l'arrivo della primavera e l'avvicinarsi della chiusura della scuola, per i ragazzi di quinta superiore si avvicinano "Dottore, c'è un modo per eliminare l'ansia?"
anche i fatidici giorni della "maturità". Che parola piena di "Non lo so!"
significato, una sorta di spartiacque tra una fase ed un'altra "Come non lo sa! Ma lei non fa lo psicologo?"
della propria vita. "Certo, faccio lo psicologo, non il mago! L'ansia non
Chi non si ricorda l'ansia del proprio esame di maturità? si può eliminare perché è funzionale!"
Io ho dei ricordi molto nitidi, fin dal momento in cui il tele- giornale rivelò quale sarebbe stata la seconda prova scritta. "Si, funzionale! L'ansia assunta in giusta dose e ben
Poi il momento del mio arrivo a scuola per la prima prova di gestita aiuta nelle prestazioni."
italiano, la scelta del tema da svolgere e l'ansia che saliva e "Quindi l'ansia può aiutarci ad affrontare l'esame di
scendeva come se fossi su una giostra che ti fa girar la te- sta. E come succede quando sali sulle "montagne russe", al- le volte l'ansia è a mille, altre volte passa velocemente, alle volte la vuoi nascondere perché non sia lei a prendere il so- pravvento su di te, altre volte senza nemmeno accorgertene ti sei dimenticato della sua presenza, e altre volte ancora la affronti perché vuoi vincere su di lei. Ma eliminarla proprio non si può. Molti usano alcuni rimedi per affrontare l'esame di matu- rità: dormire bene, andare a letto presto, studiare program- mandosi per tempo le varie cose da ripassare (o da studiare per la prima volta, per chi si è preso un po' in ritardo), al- ternare lo studio a momenti di riposo, fare attività sportiva e magari trovarsi con degli amici per ripassare. Tutti aspetti bellissimi ed efficaci, ma non pensate che seguendoli meti- colosamente l'ansia se ne vada. Lei rimane. "E allora che si può fare?"
"L'unica soluzione è farsela amica. Conoscerla e rico-
noscerla è l'unico modo per permetterci di poter ge-
stire con lei questo importante traguardo; senza che
sia lei, da sola, a gestirlo."
Dr. Davide Zanin
Psicologo – Psicoterapeuta
Se pensate che la "maturità" (oggi, in verità, si chia- ma Esame di Stato) sia qualcosa di insormontabile, sia una montagna troppo alta da scalare, sia il momento definitivo di tutta la vostra carriera di studenti: vi sbagliate di grosso.
Se pensate che la "maturità" sia un ter- reno pianeggiante, una cosa banale, di poco conto, un momento da affrontare senza pensarci, così come viene: vi sba- gliate di grosso.
In qualsiasi modo ognuno di voi la vive, è pur sempre un momento che detta il vostro stato emotivo. E' come se fosse la "maturità", in questo momento, a ge- stire il vostro star bene e il vostro star Affrontarla tutta in una sola volta, senza preparazione, è come pensare di partecipa- re alla maratona di New York senza aver speso parte del vostro tempo antecedente per allenarvi VIAGGIO NELL'ESAME DI STATO
COME AFFRONTARLO SENZA PAURA
E allora bisogna trovare le tappe importanti che ci consen- meglio dei vostri professori, che vi hanno accompagnato in tono di avvicinarci a lei (la Maturità) con la giusta prepara- tutti questi anni, vi può sostenere, aiutare e indicare le "giu- ste regole" su quali sono i vostri punti forza e quelli "da ap- Spazio allora alla creatività e alla costruzione di un OTTA-
profondire" nello studio per la "maturità"? Certo per far que- GONO MATURO.
sto dovete abbandonare la malsana idea che molto spesso aleggia nelle aule: "quel professore ce l'ha con me".
Una corretta alimentazione
Qui non posso che subordinare le mie conoscenze alle vo- E dopo la "maturità"?
stre. Chi meglio di uno studente dell'Alberghiero sa quanto "Ma se la devo ancora affrontare, cosa sto a pensare a cosa sia importante nutrirsi bene? succederà dopo la "maturità"!" «Ma dottore, cosa c'entra questo con la "maturità"?»
Invece avere un obiettivo futuro aiuta ad affrontare il pre- «Bèh, un giusto apporto nutritivo aiuta nell'aver l'e-
sente. Perché il futuro si costruisce nel presente, ma soprat- nergia per affrontare il quotidiano».
tutto perché un obiettivo futuro ci aiuta a metterci in moto per raggiungerlo.
Mantenere momenti regolari di sonno e veglia
Non serve a nulla pensare di passare le nottate alzati per Credete in voi stessi
studiare studiare studiare. L'apprendimento e la memoria Credere in voi stessi è forse l'aspetto più importante non hanno bisogno del giusto riposo. Diciamo che 1/3 del tem- soltanto in questo momento, ma in tutti i momenti della vo- po di una giornata è un buon tempo riposo. Se non sapete stra vita. Credere nelle proprie potenzialità, credere nei pro- quanto sia 1/3 di 24 ore, non vi allarmate, esiste pur sem- pri limiti, credere nei propri valori, nelle scelte che si pren- pre l'insegnante di matematica che sa rispondere perfetta- dono, negli errori che si fanno.
mente a questo quesito.
Se ve ne vengono in mente altri, non preoccupatevi, potete aggiungerli… l'ottagono è disposto a trasformarsi, l'impor- Dicono che se si beve caffè si riesce a star svegli e si tante è che i lati abbiamo un aspetto positivo. La negatività,
apprende di più
L'ha sempre pensato una mia carissima amica, convinta che il suo apprendimento, la notte prima dell'esame di Diritto Privato all'Università, sia stato propiziato dalla massiccia do- se di caffè che aveva bevuto per star sveglia a studiare. Pec- LE MOSSE PER RICORDARE TUTTO
cato che si sia accorta, solo poi, che quel caffè era decaffei- nato. La grande potenza dell'autoconvincimento.
Gestione dello studio e memorizzazione: sono queste,
da sempre, le maggiori difficoltà riscontrate dagli studenti che si preparano all'esame di Stato. La mole di lavoro è La condivisione
molta, il tempo per studiare sembra sfuggire irrimediabil- Ma quanto bello è poter condividere un momento così im- mente e l'ansia, giorno dopo giorno, aumenta. portante con le persone che ci sono vicine? Poter esprime- Allora, proprio per questi motivi, è fondamentale non solo re loro le nostre paure, i nostri dubbi e timori? Certo, organizzare lo studio ma anche ottimizzare il tempo a
se poi loro anziché contenere le nostre apprensioni disposizione, chiedendo il massimo alla propria memoria.
le aumentano, che facciamo? Bèh, anche questo A risultare particolarmente utili sono quindi alcuni trucchi può diventare un allenamento per capire quali o, se preferite, alcune tecniche di memorizzazione, che
persone avvicinare in momenti diversi della aiutano ad assimilare tutte le informazioni necessarie al nostra vita.
brillante superamento dell'esame.
1. Il primo passo, forse scontato per molti studenti, è quel-
Lo studio-insieme
lo di focalizzare la propria mente sui concetti fondamenta- Perché non pensare di alternare mo- li dell'argomento che stiamo studiando o ripetendo. Però, menti di studio individuali a momenti di attenzione: durante la fase della lettura e dello studio non studio in piccoli gruppi? Ci consente non bisogna limitarsi a sottolineare le parti salienti del libro di soltanto di sostenerci in questo partico- testo o degli appunti, ma è consigliabile anche trascrivere
lare momento, ma anche di confrontarci i concetti più importanti sotto forma di elenco o di sche-
su quello che so, quello che non so, ma ma. In questo modo, per dirla alla web 2.0, riusciamo a che dovrei sapere.
creare dei tag (o etichette mentali) grazie ai quali il nostro cervello catalogherà le informazioni, andandole poi a ripe- scare al momento opportuno. Gli schemi, poi, grazie al loro impatto visivo risulteranno utilissimi quando ci si dedicherà Lo so, lo so, vi chiederete cosa c'entrano ades- alla ripetizione finale che, fatta in prossimità della prova so i vostri professori e il definirli pure cari. Ma chi d'esame, dovrà essere necessariamente molto veloce. continua alla pagina seguente VIAGGIO NELL'ESAME DI STATO
COME AFFRONTARLO SENZA PAURA
2. Una tecnica molto produttiva è quella di stimolare la nostra mente, incuriosendola. Quindi evitiamo di studiare a me-
moria e poniamoci delle domande; se poi non conosciamo la risposta, andiamola a cercare immediatamente, i mezzi
non mancano. In questo modo ogni studente sarà in grado, letteralmente, di mettere in moto il cervello, rendendo l'ap- prendimento dinamico ed attivo, aspetto fondamentale per ricordarsi concetti e nozioni. L'apprendimento e la memoria, inoltre, si basano moltissimo sul concetto di immagine. Ecco perché, per memorizzare in modo ottimale i concetti, è
utile trasformarli proprio in immagini, in modo da crearne un ricordo forte e soprattutto immediato.
3. Altra importante metodologia capace di aiutare la memoria è senza dubbio l'attività del ripetere ad alta voce quan-
to abbiamo studiato. L'esposizione orale è importante anche perché consente allo studente di rendersi immediatamente conto se padroneggia o meno l'argomento studiato: saper argomentare ed esporre un concetto in modo chiaro e lineare è sicuramente prova di preparazione. Questa tecnica funziona davvero, come ha dimostrato uno studio pubblicato qualche anno fa sul Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory and Cognition. La ricerca in questione, infatti, ha ac- certato che le parole pronunciate ad alta voce o anche solo sussurrate possono essere ricordate con più facilità
rispetto a quelle non dette. Tuttavia non è necessario ripetere a voce alta tutto l'argomento, essendo sufficiente farlo con le parole e i concetti fondamentali, che, come sappiamo, sono quelli che ti consentono di orientarti nello svolgimento della prova (scritta o orale che sia).
4. L'ultimo consiglio sembrerà ovvio, ma gioca un ruolo fondamentale nella creazione del ricordo e quindi nella possibilità
di recuperare le nozioni in un secondo momento: l'attività di studio deve essere contraddistinta dalla concentrazione,
una condizione che permette di assimilare al meglio i contenuti che abbiamo studiato. Ecco perché se diminuisce la con- centrazione, viene meno anche la capacità di apprendere e ritenere. Anche la stanchezza mentale gioca spesso brutti scherzi. Se la mente è affaticata è difficile prestare attenzione a quanto viene letto, quindi in casi del genere è sicuramente meglio accantonare lo studio per qualche ora, riposare e cercare di ricaricarsi. Una bella passeggiata, magari nel verde, una chiacchierata (non virtuale) con gli amici o l'ascolto di un po' di musica aiutano a rigenerare la nostra mente molto più della navigazione in internet o dei giochi sullo smartphone.
18 E LA DIETA? EQUILIBRATA.
Se per superare - bene - gli esami sono necessari studio e buona sorte, uno stile di vita sano può contribuire ad affron- tare il periodo di preparazione e lo stress delle prove.
Innanzitutto, dunque, vale la pena cercare di organizzare le giornate in maniera equilibrata, alternando lo studio indivi- duale al ripasso in compagnia e salvaguardando un po' di tempo per lo svago e per il riposo; una buona idea è quella di sve- gliarsi presto per sfruttare le ore più fresche della giornata e distribuire il lavoro tra mattina e pomeriggio. Le ore dopo pran- zo e quelle prima del sonno notturno possono essere utilizzate, invece, per il relax o per un po' di movimento all'aria aperta.
Per quanto riguarda la dieta, dobbiamo partire da due presupposti importanti: • lo studio, anche se non necessariamente matto e disperatissimo, consuma energia e richiede un adeguato apporto ca- • il caldo e la necessità di concentrazione sconsigliano l'assunzione di alimenti eccessivamente pesanti.
E' necessario, dunque, organizzare le giornata attorno ai tre classici pasti principali: colazione abbondante, pranzo che non affatichi eccessivamente la digestione e cena "rilassante", intervallati da due spuntini, a metà mattina e a metà pome- riggio, che diventano l'occasione per una pausa dallo studio.
Per quanto riguarda la scelta degli alimenti (da consumare ogni giorno) basta lasciarsi consigliare dall'esperienza, dal gusto e dal buon senso: c'è bisogno di carboidrati per l'energia, proteine per sostenere il lavoro metabolico, grassi (insaturi) per il benessere delle cellule e abbondanza di vitamine, sali minerali e fibra. Il trucco è quello della varietà: sperimentando con colori, profumi, sapori e consistenze diversi non solo assumeremo tutti i nutrienti ma dedicheremo il giusto tempo e il giusto piacere al pasto; inoltre non ci sarà bisogno di in- tegratori più o meno miracolosi che, spesso, sono troppo ricchi di sodio. E' importante infine bere acqua in abbon- danza per regolare la temperatura corporea e mantenere l'organismo in equilibrio.
Non si può non raccomandare, poi, di moderare il consumo di bevande alcoliche e di non fidarsi dell'azione "di soccorso" degli alimenti ricchi di caffeina, che affati- cano il cuore e rischiano di compromettere la qualità del sonno. Sono permessi un po' di cioccolato e o di tè (ver- de) per il contenuto di antiossidanti e gli effetti positivi sull'umore, ma senza esagerare. Durante le prove, infine, non dimentichiamo di avere dell'acqua, qualche caramella per i cali di attenzione e qualcosa da sgranocchiare per i momenti di ansia. Se ce l'abbiamo fatta noi….
ANTIOSSIDANTI NEGLI ALIMENTI
Mario Papini
IL PIETRO IN CAMPO
Progetti "Facciamo impresa"
da annunciare ai clienti il colore prescelto di volta in volta. La cucina alla quale abbiamo pensato è elegante e raffinata e tutti i piatti devono rispettare i principi nutritivi degli ali- Decisa l'idea, ci siamo concentrati su come organizzare il ristorante: arredamento, utensili, personale e soprattut- to la composizione dei menu. Abbiamo creato, così, ben 7 menu monocromatici composti da vari piatti, ciascuno con i suoi costi, così da poter stilare un business plan dettagliato con la somma dei costi di produzione, degli ipotetici ricavi e dell'utile.
Definiti, infine, tutti i dettagli tecnici ci siamo soffermati sulla creazione del nostro sito e sulla realizzazione del video conclusivo, attività che, lo devo ammettere, ci hanno molto L'atto conclusivo dell'iniziativa si è realizzato quindi il 20 marzo quando la nostra classe e la 4BC, che ha realizzato un altro progetto, si sono recate ad Asolo per la premiazione del concorso, al quale hanno partecipato altre scuole alber- ghiere della nostra regione. Siamo stati i primi a presentare il nostro progetto sia me- diante la visualizzazione del video sia attraverso un'esposi- zione delle caratteristiche della nostra iniziativa, poi, dopo aver visionato tutti gli altri progetti, la giuria, composta da Un mondo di cibo e di colori
persone correlate al mondo della ristorazione e del lavoro, ha decretato che anche il nostro Ristorante Mandala è fra i vincitori del concorso! La classe 4CC, nel periodo compreso fra Gennaio 2015 e Questo importante riconoscimento ci ha consentito quin- i primi giorni di aprile, ha realizzato, nell'ambito dell'attività di di qualificarci per la giornata finale del 23 aprile quando, a di Alternanza Scuola/Lavoro, un progetto intitolato "Faccia- mo un'impresa! Idee per il settore enogastronomia". Questo IL MENU ARANCIO DEL RISTORANTE MANDALA
progetto, finanziato dalla Regione Veneto, prevedeva un im- pegno complessivo di 68 ore, divise in 8 ore di incontri po- meridiani settimanali per la durata totale di 60 ore più le 8 Anatra in crosta di pelle leccata con arancia spezie e miele ore dell'evento svoltosi il 20 marzo scorso, presso la Fornace Tortelli freschi di ossobuco e salsa allo zafferano e parmi- di Asolo (Tv).
giano 36 mesi La Fornace è un luogo suggestivo e moderno usato come Coscia d'oca croccante con crema di patate semi e germogli incubatore di idee per la nascita di future start up, ovvero Ravioli al ragù d'anatra con burro all'arancia un'organizzazione che accelera e rende sistematico il pro- Risotto con ragù al coltello d'agnello e salsa agli agrumi cesso di creazione di nuove imprese fornendo loro una vasta gamma di servizi, tra cui spazi fisici e servizi di supporto allo sviluppo del business.
Scampi con polpa di granchio e zenzero Questo progetto consisteva nel proporre molteplici idee Fiori di zucca in pastella su fondo di crostacei e zafferano di tipologie di impresa legate al settore ristorativo che aves- Gnocchetti di patate con salsa di cozze bufala e pomodo- sero un aspetto originale e sostenibile; si è partiti dall'ide- rini ciliegia azione per poi passare alla creazione, al business plan e Scamponi del Mar Ligure leggermente scottati e crema di infine alla realizzazione di un sito internet e di un video ri- Tagliolini freddi al pomodoro e sashimi di salmone al sesa- Il tutto si è svolto nella sede centrale del nostro istituto con l'aiuto fondamentale della dott.ssa Diletta Cigolini, psi- cologa, la quale ci ha guidato per l'intero percorso. Venti ore sono state dedicate all'ideazione dell'impresa, ovvero ognu- Vellutata di zucca ricotta di bufala e curcuma no di noi ha lanciato, di primo acchito, la sua proposta di Sformato di cime di rapa, tuorlo d'uovo e fonduta al par- progetto: fra le tante abbiamo registrato non solo l'apertura di ristoranti, ma anche di pasticcerie e servizi di catering. Piccoli flan di carote e caprino Dopo ore ed ore di dibattito e scambio di opinioni la nostra Lasagnetta zucca funghi e salsa allo zenzero attenzione si è infine concentrata su una determinata idea, Bocconcini di zucca fritti e dip alla maionese all'arancia l'apertura del ristorante Mandala.
Prendendo spunto dai 7 colori dei Chakra (i centri di DOLCI
energia del corpo umano) abbiamo pensato alla realizzazio- Zuppa di kiwi giallo ne di un ristorante monocromatico, chiamato appunto Man- Sorbetto di mango con mandarini dala, cioè un ristorante che offre piatti e menu di un solo Raviolone allo zabaione e crema di pere colore. Secondo quanto progettato le pietanze cambieranno Crema fritta allo zafferano e liquirizia ogni settimana, come cambierà il colore delle luci che illumi- Muffin di carote speziate su fonduta di cioccolato bianco neranno la struttura realizzata completamente in vetro, cosi IL PIETRO IN CAMPO
Progetti "Facciamo impresa"
Vicenza, abbiamo sfidato le classi vincitrici del concorso per i settori diversi da quello enogastronomico. Il primo premio assoluto è andato ad altri, ma a noi tutti è rimasta la soddi- sfazione di aver realizzato un progetto che ha riscosso l'ap- . E IL MENU ROSSO
Crespelle con speck dell'Alto Adige, radicchio trevigiano Insalata di riso rosso e pancetta dolce Pollo tandoori con patate al rosmarino Arrosto di tacchino in salsa di frutti rossi Tagliata di manzo con cipolla in agrodolce Riso rosso di Camargue con pesce spada e pomodorini Farfalle al salmone e caviale rosso Orecchiette all'astice con topinambur Tartare di gamberi al sesamo rosso Branzino alle erbe e birra in crosta di sale rosso delle Hawaii Tagliatelle di castagne con funghi porcini al vino rosso dove i piatti arrivano su un nastro trasportatore
Lasagne al radicchio e montasio Risotto con fragole e champagne Polpette di lenticchie Nel corso del corrente anno scolastico la nostra classe (la Paccheri con barbabietola rossa e salsa al gorgonzola 4 BC) è stata selezionata unitamente ad un'altra quarta del "Pietro" per il concorso "Facciamo un'impresa", progetto
a livello europeo per il quale siamo stati chiamati ad ideare Torta red velvet un'azienda che vorremmo, ipoteticamente, gestire. Impor- Aspic ai frutti di bosco tanti figure di riferimento per noi sono stati il prof. Sergio Sorbetto di anguria Torresin, nostro docente e coordinatore di classe, e Diletta, Fichi in salsa di vino rosso, vaniglia, miele e cannella la psicologa incaricata di seguirci nel percorso che ci avreb- Bavarese alle fragole be portato al nostro obiettivo. Nonostante il nostro scettico approccio iniziale, il pro- getto si è rivelato molto coinvolgente dal momento in cui ci è stato chiesto di ideare con approssimazione, a gruppi, un'impresa con un alto grado di fattibilità. Sebbene tutti i progetti, dalla realizzazione di semplici bar a quella dei più fantasiosi furgoni adibiti a servizio fast-food, fossero in gra- do di soddisfare i requisiti del concorso, una sola tipologia di azienda poteva essere sottoposta al giudizio della commis- sione esterna incaricata della valutazione. Abbiamo quindi deciso per un'impresa che secondo il nostro parere potes- se essere sia economicamente sostenibile sia interessante per un buon numero di persone, i nostri eventuali clienti. Un ristorante multietnico, che coinvolge il cliente non solo nell'atto più semplice della condivisione di un pasto in com- pagnia, ma anche nel piacere di scoprire nuove culture e nuove tradizioni a proposito di qualcosa di così coinvolgente Il nome scelto per il nostro locale è "BeltAround", nome che deriva dall'inglese e che traduce la nostra volontà di mo- strare come questo ristorante abbracci le tradizioni culinarie di tutti i continenti del pianeta, oltre ad indicare come per mezzo di una cintura (propriamente belt) verranno serviti ai clienti i piatti tipici di ogni zona del mondo (o quasi). I cibi verranno preparati da cuochi specializzati in ognuna di que- ste particolari cucine, in modo da offrire un tocco etnico e al contempo caratteristico a ciascuna pietanza. IL PIETRO IN CAMPO
Progetti "Facciamo impresa"
Il locale
L'entrata, al piano inferiore, si apre con un bar subito sul- del concorso, hanno conquistato il diritto di sfidare i migliori la destra destinato sia a servire i clienti esterni sia i nostri progetti presentati dalle scuole degli altri indirizzi di studio. commensali al piano superiore. Adiacente al bar possiamo Purtroppo, nonostante il nostro impegno, sono state pre- trovare un'ampia sala polifunzionale che potrà avere svariati ferite altre classi. Possiamo però dire di aver creduto fino in impieghi, come l'organizzazione settimanale di serate a te- fondo in ciò che abbiamo sostenuto con le nostre idee, e il ma per attirare la clientela, ma anche l'utilizzo come sede fatto di sforzarsi per creare dal nulla un'azienda e testarne, di importanti convegni di vario genere che contribuiranno a almeno sulla carta, la possibilità di realizzarla sembrerebbe farci conoscere e a ricavare un guadagno anche dall'affitto già di per sé un obiettivo non da poco. Siamo consapevoli, della sala stessa. Sulla sinistra troviamo invece tre rampe come gruppo, di aver dato il massimo in un progetto alta- di scale che conducono ad una sala ristorante suddivisa in mente realizzabile. Potrebbe non essere l'ultima volta che altrettante zone da circa 40 coperti ciascuna, tutte areate e sentite parlare di "BeltAround".
illuminate naturalmente da ampie vetrate. Tommaso Galesso e Mauro Sasso
Punto di forza è il servizio che risulta completa-
mente automatizzato: la clientela infatti può tranquil-
lamente arrivare al tavolo, sedersi e ordinare diret-
tamente da un tablet presente in loco. A quel punto i
piatti ordinati, non appena i nostri cuochi avranno ter-
minato la loro preparazione, inizieranno a girare lun-
go ciò che ci distingue da tutti gli altri locali, il nastro
trasportatore, il belt. Ogni pietanza avrà il rispettivo
numero identificativo così da essere facilmente rico-
noscibile al momento del servizio e l'unica accortezza
che chiederemo ai nostri clienti al termine del pasto
sarà quella di riporre i piatti che sono stati utilizzati
sul secondo nastro trasportatore, posto sotto il primo,
in modo da evitare che i piatti sporchi passino nelle vi-
cinanze degli altri commensali, dando un tocco di po-
ca eleganza e serietà del locale.
Come farsi conoscere
Nell'ambito del marketing, infine, abbiamo puntato a una pubblicità di tipo social, sfruttando rapide condivisioni e pas- saparola tra utenti web. Ci è sembrata la soluzione più ade- guata per incrementare la notorietà del locale, portandolo agli occhi di coloro che vogliono semplicemente passare una serata in compagnia oppure degustare un menu gourmet. Il 20 marzo scorso abbiamo presentato il nostro progetto ad una commissione incaricata di esaminare ogni elaborato presentato delle scuole del settore enogastronomico parte- cipanti all'iniziativa. I primi tre classificati, secondo le regole MUSICA, CIBO PER LE ORECCHIE
LED ZEPPELIN
munication Breakdown, che ebbe grande successo e che è IL MARTELLO DEGLI DEI
considerata fondamentale per lo sviluppo dell'heavy metal (etichetta che i Led non hanno mai apprezzato). Uno de- gli elementi del disco d'esordio che più risultò innovativo fu Un maelstrom di suoni contorti e distorti, prepotente- proprio il suono che Page, forte della sua lunga esperienza mente tellurici, diabolicamente affascinanti si innesta nel come turnista di studio, riuscì a conferire alle registrazio- grande quadro che un chitarrista inglese di nascita vuole in- ni. L'intenzione era sostanzialmente quella di riprodurre il collarci addosso. Lo accompagnano un batterista quantome- sound che il gruppo aveva consolidato nelle sue prime esi- no titanico (soprattutto di corporatura), che maltratta i tam- bizioni dal vivo. buri della propria batteria con grande impeto e con grande Nel corso degli anni '70 gli Zeppelin hanno pubblicato al- tecnica, e un bassista che nella sua enorme sicurezza dise- bum molto importanti quali "Led Zeppelin II" (1969), in cui gna la cornice dell'insieme regalando spunti di enorme gu- è presente la loro radice hard rock soprattutto in pezzi come sto musicale, quasi in maniera maniacale. Dipinge il tutto un Whole Lotta Love, Heartbreaker (con un gran assolo di Pa- grande pittore vocale, che con la sua voce colorata di aspri ge) e la devastante Moby Dick, strumentale che sfocia in un gemiti e di grande profondità, guida quella che è considera- assolo di batteria del grande John "Bonzo" Bonham passato ta, forse seconda solo ai Beatles, la più grande band di tutti alla storia e che restò in cima alle classifiche americane per i tempi, che con la musica ci ha fatto di tutto: i grandissimi, anni; e "Led Zeppelin III" (1970), che miscela pezzi potenti prepotenti, esagerati LED ZEPPELIN. La storia del "diri- come Immigrant Song e Celebration Day ma che per la pri-
gibile" inizia nel '68 quando Jimmy Page (questo è il nome ma volta mette in mostra anche la loro vena folk acustica in del chitarrista inglese di cui sopra), dopo la sua esperienza pezzi come Bron-Y-Aur Stomp. nel gruppo "Yardbirds" (in cui militarono anche Jeff Beck ed Se in studio i Led Zeppelin sono considerati maestri, è Eric Clapton, che insieme allo stesso Page formano la ‘'sa- dal vivo che la loro musica prende davvero vita: infatti i lo- cra triade della chitarra inglese''), decide di mettere su una ro pezzi erano sempre improvvisati, stracolmi di assolo e di nuova band con il bassista/tastierista John Paul Jones sotto spunti davvero notevoli, musicalmente parlando. Ogni not- il nome di "New Yardbirds", a cui si aggiungono il cantante e te, quando le luci del palco si abbassano, Jimmy Page si sca- paroliere Robert Plant e il possente batterista John Bonham. tena in assolo pirotecnici degni del miglior Hendrix, che me- Dopo una tournée decidono di cambiare definitivamente scolano psichedelia, heavy rock e quella vena blues che lo nome in Led Zeppelin e quindi, nel 1969, fanno uscire il lo- ha sempre contraddistinto, servendosi talvolta di un archet- ro primo album omonimo, contenente brani come Dazed e to da violino per sferzare ancora più potentemente le corde Confused (che in versione live raggiungeva la durata di oltre della sua chitarra e del Moog Theremin (una specie di synth) trenta minuti) Good Times Bad Times e la squillante Com- per dare effetti spaziali. Intanto John Paul Jones se ne sta MUSICA, CIBO PER LE ORECCHIE
immobile dietro alla batteria dettando il tempo con linee di basso semplici ma innovative, alternandosi alla tastiera/or- gano che suona in maniera molto colta; assieme a lui com- pleta la sezione ritmica il pazzo Bonham che è considerato il più grande batterista di tutti i tempi. Ma è l'uragano vocale di nome Robert Plant che esalta la folla con la sua voce so- ave e sprezzante. Un esempio lampante della loro grandiosità è il live film "The Song Remains The Same" del 1976 in cui i nostri si ci- mentano nei loro grandi classici trasformandoli in enormi scorribande sonore al Madison Square Garden di New York. Dal 1971 al 1975 rilasciano quelli che sono considerati i loro capolavori. Nel 1971 uscì "Led Zeppelin IV", considerato il loro più grande disco, vincitore di 1 Disco d'oro, 23 Dischi di platino e 1 Disco di diamante, con pezzi storici della musica rock come Stairway To Heaven, la roboante Rock And Roll, la geniale Black Dog e le acustiche The Battle of Evermore (il testo è stato tratto da alcuni episodi delle opere di Tolkien), Going To California e la moderna When The Levee Breaks. Per questo album il gruppo non mise il nome in copertina e decise di scegliere per ciascun componente un simbolo eso- terico, fatto che gli procurò problemi con pesanti accuse di Nel 1973 venne pubblicato "Houses of The Holy", di cui ricordiamo No Quarter (ideata da Jones con un ipnotico giro di tastiera), The Ocean, The Rain Song, Over the Hills and Far Away. Nel 1975 venne rilasciato "Physical Graffiti": da ascoltare la famosissima Kashmir, Trampled Under Foot e gli 11 mi- nuti della energica In my time of dying. Negli ultimi anni della decade '70 il "dirigibile" ha pro- blemi di creatività causati anche dagli estenuanti tour che li vede impegnati in America, dove il gruppo fa sold out pra- ticamente ovunque (da cui sarà tratto il triplo live "How The West Was Won"), e per il resto del mondo, a bordo del loro aereo personale. Ma la loro trionfante storia finirà di lì a poco. Infatti nel 1980, durante le registrazioni del loro ottavo album, Bonzo viene trovato morto, probabilmente soffocato dal suo stes- so vomito in seguito ad una sbornia (era noto che Bonham fosse un grande alcolizzato). A questo punto i Led Zeppe- lin, il "martello degli dei" come venivano chiamati, crollano. Nessuno poteva sostituire il grande John e così la band si sciolse. Nel 2007 si riunirono per l'ultima volta all'O2 Arena di Londra per un ultimo concerto con il figlio di John, Jason, alla batteria, segnando un incredibile record per la maggior richiesta di biglietti per un singolo concerto (oltre 20 milio- ni di prenotazioni in circa 24 ore), dimostrando ancora una volta tutta loro grandezza. I Led Zeppelin hanno insegnato al mondo come fare mu- sica (sono tutti e quattro considerati mostri sacri del loro strumento), hanno dato le radici all'heavy rock e all'odier- no metal e hanno segnato la storia del rock e della buona musica in maniera indelebile, producendo album che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, andando oltre la semplice concezione di "musica" e sfornando veri e propri capolavori (si pensi alla sola Starway To Heaven): il "mar- tello degli dei" batte ancora forte nei cuori di chi ha voglia di ascoltare quella musica potente, immensa e sbalorditiva, più simile ad un'opera d'arte che ormai non esiste più. Il "dirigi- bile" continua ad andare.
Alberto Baretta e Yuri Crescenzio
LO SCAFFALE
Saverio Mazzacane
PROGETTI DEL POF
Laura Pariani,
misurarsi con se stesso e sentire «con poi viaggia molto negli Stati Uniti, do- Questo viaggio chiamavamo
delizia l'uomo nuovo nascere», strega- ve realizza diversi servizi giornalistici amore, Einaudi, 2015, euro 19
to dal fascino di una «natura ineffabil- e fotografici pubblicati da importanti È il 1907 quando mente dolce e terribile». Con una scrit- quotidiani svizzeri. Nel 1939 intrapren- Dino Campana, il tura densa di atmosfere sudamericane, de, in compagnia della scrittrice gine- poeta matto, fug- mescolando passi dei Canti Orfici con la vrina Ella Maillart, quella che probabil- ge da Marradi, il lingua dei "talianos" emigrati dalle par- mente resta una delle sue imprese più ti del Rio de la Plata, Laura Pariani res- emozionanti: viaggiare in automobile, vincia di Firenze tituisce il contrasto tra la debordante una Ford, dall'Europa all'Asia. Per farlo in cui era nato nel vitalità di quella fuga giovanile e il do- le due amiche attraverseranno, tra gli lore oscuro dell'ultima tappa dell'av- altri stati, l'Iran e l'Afghanistan. Alla fi- carsi da Genova ventura terrena di Campana.
ne del loro itinerario, che le trova a Ka- alla volta dell'Ar- bul proprio mentre in Europa scoppia gentina. Di quel la seconda guerra mondiale, la Maillart viaggio sappiamo poco (ma poi lo fece scriverà un libro tradotto in italiano con davvero?): Dino arrivò a Buenos Ai- il titolo La via crudele. Due donne in res, girò a lungo nella pampa, raggi- viaggio dall'Europa a Kabul (EDT, Tori- unse Montevideo. Restano anche (e no, 2001) nel quale la Schwarzenbach per fortuna.) una sua poesia, Viag- è chiamata con lo pseudonimo Christi- gio a Montevideo, folgorante, e il ricor- na. Annemarie, da parte sua, racconta do della città atlantica di Bahia Blanca, quello che vede e sente in un taccui- dove trovò lavoro nella costruzione di no di viaggio che stupisce per la sua una strada ferrata: «La prateria si alz- straordinaria modernità: i paesaggi di- ava come un mare argentato agli sfon- strutti dalle guerre, la vita quotidiana di, e rigetti di quel mare, miseri, uomi- lacerata dalle tensioni etniche, la po- ni feroci, uomini ignoti chiusi nel loro esia degli sguardi, gli incontri e i con- 24 cupo volere, storie sanguinose subito
gedi, i colori brillanti del cielo e quelli dimenticate che rivivevano improvvis- polverosi di una terra di pietra. Dalla amente nella notte, tessevano attor- Turchia alla Persia fino agli altopiani no a me la storia della città giovane e afghani, la Schwarzenbach si interro- feroce, conquistatrice implacabile, ar- ga sulla condizione delle donne con lo dente di un'acre febbre di denaro e di chador, si ferma a bere il tè nelle tende delle tribù pashtun, attraversa deser- Laura Pariani ripercorre quella remota ti di cardi e resiste a furiose tempeste avventura, ambientando questo suo li- di sabbia. Ci lascia ammirati la sua ca- bro nel regio manicomio di Castel Pul- pacità di raccontare quel lungo pere- ci, dove, una ventina d'anni più tardi, Annemarie Schwarzenbach,
grinare ai confini del mondo, affascina- Campana viene internato a causa del- Tutte le strade sono aperte.
no le descrizioni e l'aura di mistero che la sua presunta demenza. Vittima delle Viaggio in Afghanistan 1939-1940, promana dalle sue pagine.
angherie di un infermiere e tormentato Il Saggiatore, 2015, euro 15.
dalle ossessive domande dello psichia- Dai tratti mascoli- tra lombrosiano Pariani (curiosamente ni, dichiaratamente un omonimo della scrittrice), Dino ri- omosessuale, gran- tornerà con la mente ai giorni ameri- de viaggiatrice, di- cani e racconterà a ruota libera le sto- pendente da alcol e rie, le vicende, gli incontri di un ragaz- droghe (fu avviata zo di ventidue anni, divorato da un'an- al consumo di mor- sia febbrile di vita e libertà.
fina dal suo grande La scrittrice disegna così un percor- amore, Erika Mann, so (plausibile? o appena possibile?) figlia di Thomas), ribelle ed inquieta, che dalle rive del Paraná porta il poe- Annemarie Schwarzenbach fu una del- ta ai cantieri ferroviari di Bahía Blanca le protagoniste della vita culturale e e poi alle bettole e ai bordelli di Ro- bohémien mitteleuropea tra la prima sario (dove, disse lui, suonava il pia- e la seconda guerra mondiale. Nata in no). Come accadrà cinquantanni do- una ricchissima famiglia di industria- po al giovane medico Ernesto Guevara li svizzeri con forti simpatie naziste, partito per conoscere il mondo su una la Schwarzenbach dal 1933 partecipa motocicletta, anche per Dino il vaga- in Oriente ad alcune missioni di sca- bondaggio in Sudamerica - a piedi o su vi archeologici. Soggiorna per periodi mezzi di fortuna - fu un'occasione per più o meno lunghi in Siria e in Iran, LO SCAFFALE
IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
PROGETTI DEL POFrienza unica in quanto molte spezie nel-
la cucina italiana sono utilizzate solo in preparazioni standard quando invece in alcune cucine straniere le spezie sono molto versatili, fino ad arrivare all'acco- stamento di alcuni dessert con il pepe.
DI DOLCI TIPICI RUSSI
Dopo la visita/incontro dello scorso gennaio con la dott. Elena Perelygina, il 9 aprile scorso la classe 5BC ha pro- posto ai compagni/e della 5AT una pic- cola degustazione di cioccolato e dolci EDUCAZIONE ALLA SALUTE
Classi quinte. Hanno incontrato la tipici russi, gentilmente inviati dai re-
E ALLA CITTADINANZA
scrittrice e regista Silvia Giralucci, figlia ferenti del progetto di cooperazione of Gli incontri relativi ai progetti pensati della prima vittima delle Brigate Rosse, International development of education nell'ambito delle attività di Educazio- che le ha accompagnate nella nostra in Tourism, Hospitality and Hotel Busi-
ne alla salute e di Cittadinanza e storia recente con lo sguardo di colei ness, della University for Humanities di
Costituzione si sono svolti in manie- che ha vissuto in prima persona, sulla Ekaterinburg, Russia.
ra regolare e soddisfacente. Questo il propria pelle, gli effetti nefasti del ter- Alcuni quadratini di cioccolato al 50% rorismo politico degli anni 70.
e 70% di cacao, piccole porzioni di due Classi prime. Nei vari percorsi attiva-
Elisabetta Benvenuti dolci tipici del periodo pasquale russo,
ti abbiamo posto l'attenzione sulle di- vari spicchi di fette di torta alle mele, namiche di gruppo. L'intenzione era SPEZIE VERSATILI
il tutto made in Russia, hanno desta- di prevenire tutti quegli atteggiamen- Durante il periodo dell'alternanza scuo- to una piacevole reazione nei palati dei ti di prevaricazione che rendono difficili la/lavoro, la classe 5BC ha affrontato un nostri allievi/e, alcuni dei quali assag- i rapporti tra compagni e che portano percorso formativo riguardante le spe- giavano per la prima volta un cibo pro- all'isolamento dei ragazzi più fragili. Ha zie e i sapori orientali con la chef An- veniente da Ekaterinburg. tenuto gli incontri il dott. Davide Zanin, na Maria Pellegrino. Nel primo incontro Una confezione di grano saraceno ha 25
psicologo della scuola. In qualche clas- svoltosi nell'aula informatica del nostro fatto scattare l'orgoglio della 5BC che se si è sentita l'esigenza di ripetere l'e- istituto, con il supporto del Prof. Gras- produrrà, tempo per gli esami permet- sperienza un paio di volte.
sia e dello chef Claudio Crivellaro, Anna tendo, a dish, using Russian buckwhe- Classi seconde. Qui è stato affrontato Pellegrino ha spiegato alla classe l'im- at, combining Russian and Italian tra-
il tema della relazione affettiva. Sem- portanza delle spezie e del loro impiego ditions. pre il dott. Zanin, con il metodo del role nella cucina di tutti i giorni. Negli incon- Porzioni piccole ma per tutti, se poi il playing, "provocava" i ragazzi per eser- tri successivi, presso l'hotel Bristol Buja regalo viene dal cuore… Grazie Univer- citarli alla comprensione di se stessi e di Abano Terme, i ragazzi hanno pre- sity for Humanities! di chi sta loro accanto.
parato alcuni piatti tipici indiani, messi- Inoltre i rappresentanti delle clas- cani e nord africani, utilizzando spezie
si prime e seconde hanno parteci- come il pepe, il cardamomo, la curcu-
pato anche a due incontri con esperti ma, il curry e il peperoncino. La sfida per trattare argomenti importanti quali che i ragazzi hanno dovuto affrontare è il fumo e la raccolta differenziata dei stata quella di scegliere tra i diversi tipi rifiuti a scuola. Il loro compito è stato della stessa spezia ed accostarli, dopo quello di riportare i contenuti alla pro- averli assaggiati, alla pietanza da pre- pria classe, rispondere ad alcune do- parare in base all'intensità dell'aroma mande e infine consegnare il risultato che si voleva dare al piatto. Un'espe- agli esperti. Tutto questo ha avuto lo scopo di sensibilizzare i ragazzi su que- Classi Terze. Incontro con la dott. ssa
Franzetti, specialista in malattie infet- tive al Policlinico di Padova, per la pre- venzione dell'AIDS e delle altre malattie Classi quarte. Anche quest'anno han-
no avuto l'opportunità di partecipare al progetto "Il carcere entra a scuola, la scuola entra in carcere". All'interno de- gli incontri si è discusso, in particolare, di come sia facile, talvolta, scivolare in comportamenti che possono avere an- che conseguenze irreversibili.
IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
VISITA D'ISTRUZIONE A PRAGA
Il 3 marzo scorso le classi 5BC e 4DC hanno iniziato la loro visita d'istruzione a Praga, capitale della Repubblica Ceca. Il primo giorno gli alunni hanno visitato l'antica cattedrale di San Vito, uno dei simboli della città sia per la sua importan- za artistica sia perché contiene un'importante reliquia della cristianità, la testa dell'evangelista Luca. Il giorno dopo le classi hanno visitato il centro di Praga e la Città Vecchia dove hanno potuto vedere il quartiere ebraico e l'orologio astro- nomico, il monumento più importante della città antica co- struito nel medioevo, quindi piazza San Venceslao chiamata così in onore del Santo patrono di Boemia. L'ultimo giorno la comitiva del "Pietro", durante il percorso di ritorno in Ita- lia, ha visitato il campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, luogo buio dove la sofferenza delle persone e la VIENI A WIEN
morte, conseguenza orribile della crudeltà dell'uomo, si ri- Vacanze studio, visite d'istruzione, scambi culturali: per i escono a percepire ancora nell'aria. E' stata un'esperienza nostri studenti una straordinaria opportunità, la possibilità di bellissima e molto istruttiva, soprattutto la visita a Mauthau- ampliare le loro conoscenze e di confrontarsi con altre per- sen perché penso che tutte le persone dovrebbero conosce- sone in altre realtà. Di imparare divertendosi. Di crescere. E re la storia per non ripetere i terribili errori del passato.
di raccontare e ricordare, al ritorno a casa, con un pizzico di nostalgia, ma anche con il sogno di ripartire per altre stimo- lanti avventure. Quella che pubblichiamo è una poesia scrit- ta in treno, linea Vienna-Padova, da un paio di nostri alun- ni reduci, nell'ottobre scorso, da una bellissima esperienza scolastica nella capitale austriaca.
È ormai notte inoltrata quando ci troviamo in stazione Per partire alla volta di una nuova nazione: Vienna è la nostra destinazione. 26 Odore di rotaia nelle nostre nari
dopo il congedo dato ai nostri cari e mentre unità esterne su rotee avanza immediatamente del "Pietro" sentiamo mancanza. Dopo insonne notte raggiunta la meta usciamo dal treno con faccia di creta. Accolti da persone sorridenti con crauti fra i denti ci portano a casa loro tutti contenti. E nel più completo imbarazzo spariamo parole a casaccio in quello strano idioma rischiando di mandare gente in coma. Subito una tipica prima colazione con prosciutto, fesa e peperone. Dopo la prima notte trascorsa dobbiamo andare a scuola di corsa. Christoph é il nostro professore Che ci accompagna ogni giorno per 4 ore. A pranzo un panino con il Leberkäse E poi via a visitar innumerevoli palazzi e chiese. Stephansdom, Augustinerkirche con Canova, Hofburg, Sisi e asburgico tesoro: tutto ci giova. Al Rathaus i mercatini di Natale visitiamo E qualche piccolo regalo comperiamo. Su consiglio delle nostre professoresse una bevanda dalle austriache rimesse HOLA, COMO ESTÁS ?
ha conquistato i nostri cuori A nome di tutta la classe 5 CC vorrei raccontarvi parte con i suoi sublimi sapori: dell'esperienza della nostra gita - scusate, "viaggio d'istru- "Almdudler" questa è la sua denominazione, zione"- a Barcellona.
bevanda che da giorni ci scoliamo anche a colazione. Partiti il 9 marzo, in procinto delle tanto temute simulazioni Scriviamo queste dolci rime al ritorno in treno di terza prova, la prospettiva di decollare da Venezia, senza Con la forte speranza che a Vienna torneremo. incontrare imprevisti, fu da noi data quasi per scontata. Ma- Dai su che ti aspettiamo, lauguratamente ci ricredemmo quasi subito. Ciò che succes- vieni a Wien, con il tedesco ci divertiamo! se ci lasciò sconcertati: un nostro impavido rappresentante Alessio Lionello, Francesco Gazzetta di classe dovette rimanere a terra con, temevamo, entrambi
IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
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i nostri accompagnatori. Proprio lui che con unghie e den- dere le tecniche di produzione e vinificazione dei vini grazie ti tanto aveva lottato contro quegli innumerevoli imprevi- alle spiegazioni dei tecnici e dei professionisti che lavorano sti burocratici che ripetutamente avevano minacciato l'inte- all'interno della cantina. L'azienda utilizza queste tecniche ro nostro viaggio. Ma non temete… lo recuperammo la sera per ottenere vini e spumanti secondo il metodo classico, la stessa all'aeroporto catalano.
Di primo impatto, Barcellona, è una città che lascia lette- Dopo le varie spiegazioni, i compagni della 5 CC si sono di- ralmente a bocca aperta poiché il solo susseguirsi di archi- retti in cucina per preparare il menu programmato mentre tetture moderne e futuriste – come quelle del gran maestro gli alunni di Sala hanno allestito la mise en place, con la pro- del genere Gaudì - basta a lasciar stupefatti. Il loro accosta- fessionalità già dimostrata in diverse altre occasioni.
mento a stili come il gotico ed il neoclassico è una peculiarità Durante il lunch a base di un primo piatto di pasta all'orto- propria di Barcellona che però, com'è ben noto, è anche la lana e un secondo di pollo al curry accompagnato con riso città della movida per antonomasia.
pilaf, sono stati degustati alcuni vini come il Blanc de Noirs, che si può considerare il fiore all'occhiello della cantina, il Pinot Noir, la Ribolla gialla e un Blanc de Blancs; beh, se tra Champagne e Metodo Classico c'è una guerra, qui – bisogna dirlo – è stata impari.
Siamo rimasti deliziati, anche perché seguiti in questa degu- stazione dall'esperienza e dalla professionalità di Elisabetta Puiatti, dimostratasi disponibile nei nostri confronti per tutta L'esperienza diretta "sul campo" ci ha permesso di osserva- re macchinari e tecniche di lavorazione studiate sui banchi di scuola ma che nella realtà pochi avevano potuto vedere.
Inoltre è stata un occasione per aumentare la complicità e la collaborazione tra le due classi.
Piacevole il fatto che i responsabili di "Villa Parens" abbia- no voluto ringraziarci della visita pubblicando nella pagina facebook della cantina un album con le nostre foto durante Di conseguenza noi, studenti di una classe quinta all'ultimo il lavoro (per chi volesse vederle: www.facebook.com Villa viaggio d'istruzione, non potevamo certo lasciarci sfuggire Parens). una tale occasione. Dopo intere giornate passate letteral- Un grande ringraziamento, però, non possiamo che rivolger- mente a rincorrere la nostra instancabile vicepreside (prof. lo noi, per la bellissima opportunità che i nostri interlocutori de Saraca), e ad attendere il prof. Casetti, impegnato nel- ci hanno regalato, al termine "quasi" del nostro percorso di le sue svariate abitudini mondane, la sera, incredibilmente, studi.
avevamo ancora le energie per "visitare" i locali più esclusivi Giorgia Munaretti
di tutta la costa catalana. Ripensandoci ora, le energie ci ve- Veronica Trevisan
nivano fornite da chili di paella e litri di sangria metabolizzati Barcellona, a nostro avviso, è la meta perfetta per un istrut- tivo quanto divertente viaggio d'istruzione. Questo a pat- to però che si visiti in pochi affinché si possa apprezzare al meglio. Sapete come si dice: "pochi ma buoni". Ma, come per tutte le cose, anche per il nostro viaggio arrivò la fine e, a malincuore, dovemmo far ritorno. I giorni successivi, più traumatici che mai, ci riportarono con i piedi per terra, visto che le numerose simulazioni non aspettavano di certo i no- Ora è giunto il momento di salutarci. Ciao a tutti, ci racco- mandiamo: studiate e… andate a Barcellona!Filippo Toson
CONNUBIO VINI-CIBO A VILLA PARENS
Una lezione alternativa si è concretizzata per i ragazzi del- le classi 5 AS e 5 CC, rispettivamente delle sezioni Sala e Cucina, il 24 aprile scorso.
Infatti, diversamente dal consueto, le classi si sono recate presso "Villa Parens", a Farra d'Isonzo, in Friuli-Venezia Giu- lia, per una giornata all'insegna del connubio fra vino e cibi. La rinomata cantina che ci ha ospitati è di proprietà della fa- miglia Puiatti. Oggi sono impegnati nel lavoro, che svolgono con passione, Giovanni ed Elisabetta. Nel corso della giornata, organizzata dal prof. Ghirardello con il sostegno dei proff. Fanciullo e Coccato, noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di visitare l'azienda e appren- IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
LEZIONI DI PRIMO SOCCORSO A SCUOLA
La normativa vigente prevede, per gli addetti al sistema della sicurezza (datori di lavoro, medici competenti, RSPP, diri- genti, insegnanti, studenti, lavoratori), una serie di compiti di natura organizzativa, gestionale, informativa e formativa con l'obiettivo di diffondere la cultura della responsabilità e della prevenzione. La formazione al Primo Soccorso va oltre l'emergenza sanitaria specifica, focalizzando l'attenzione su tutti quei pro-
cessi in grado di ridurre l'occorrenza di eventi avversi o di interventi inadeguati o affrettati. In questo senso è pensata la formazione del personale, cioè del personale non sanitario eventualmente coinvolto in un'emergenza. Il Primo Soccorso rappresenta, infatti, la prima assistenza che viene data alla vittima di un infortunio o di un malore in attesa dell'arrivo dei soccorsi da parte di personale qualificato e dotato di mezzi idonei, che dovrà essere tempestivamente chiamato ad accorrere sul posto nel più breve tempo possibile. L'obiettivo del Primo Soccorso è duplice: assicurare, nei limiti del possibile, la sopravvivenza dell'infortunato; evitare all'infortunato l'insorgenza di ulteriori danni causati da un mancato soccorso o da un soccorso condotto in ma- niera impropria.
Si tratta di una serie di manovre, di facile esecuzione e che non prevedono l'utilizzo di attrezzature sanitarie né di farmaci, che permettono di prestare soccorso nel caso si verifichi un'alterazione delle funzioni vitali tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza. Sulla base di queste disposizioni e normative alcune classi dell'istituto (tre prime e una seconda per un totale di circa cento allievi/e) hanno partecipato a un corso di primo soccorso effettuato presso la succursale nel mese di marzo.
Questa importante iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione dei volontari della Croce Rossa Italiana
(Comitato di Abano Terme). Lo staff di esperti ha coinvolto tutti gli studenti sulle necessità che può avere un infortunato bisognoso di primo soccorso e sulla responsabilità e gli obblighi di ogni cittadino in relazione alle conoscenze delle norme sul primo soccorso. Le lezioni sono state svolte in forma teorica e pratica, attraverso una serie di simulazioni di soccorso praticate dagli allievi su manichini: i volontari, in particolare, hanno illustrato la tecnica di rianimazione in caso di arresto cardiaco e quella della respirazione bocca-bocca.
E' da segnalare l'eccellente partecipazione degli alunni, che hanno seguito con vivo interesse sia le lezioni teoriche che quelle pratiche. Un sentito ringraziamento va rivolto ai volontari della Croce Rossa per la loro disponibilità e per la grande preparazione ed efficienza dimostrate.
I docenti di Scienze Motorie
CYBERBULLISMO IN PRIMO PIANO comportamenti hanno sulla psiche de- shbookmob inserito nel progetto "Cit-
Alcune classi dell'Istituto hanno assi- gli adolescenti e dei giovani. Il dibattito tà invisibili", che invitava tutti i parteci- stito il 17 aprile scorso allo spettacolo che è seguito allo spettacolo ha dimo- panti alla lettura in contemporanea per "Ri.Mettiamoci la faccia", organizzato strato un grande interesse e molta par- tre minuti. La Commissione Biblioteca dal CSV (Centro Servizi per il Volonta- tecipazione da parte dei ragazzi. è orgogliosa di aver creato questa pre- riato) di Padova. Tema: il bullismo e il ziosa occasione che ha dato visibilità ai cyberbullismo. L'attore Dario Carturan 23 APRILE, GIORNATA INTERNA- libri e ai lettori, creando un momento
con molta maestria e professionalità ha ZIONALE DELLA LETTURA
raccolto e intimo lontano dalla fretta e saputo intrattenere gli alunni presen- Il 23 aprile - Giornata mondiale del li- dalle cose di tutti i giorni.
ti in sala. Per due volte lo spettacolo è bro e del diritto d'autore, patrocina- stato interrotto dall'intervento di esper- ta dall'UNESCO e celebrata in tutto il ti sul tema. Una prima volta un esper- mondo - anche la nostra scuola ha dato to di informatica ha messo in guardia i il suo contributo a questa iniziativa, or- ragazzi dal mettere in internet o spedi- ganizzando una mattinata in biblioteca. re con whatsApp foto o altro materia- La prof. Cristina Candotti ha letto alcu- le, la seconda volta uno psicologo ha ne pagine di libri famosi e per finire ha spiegato gli effetti devastanti che certi proposto la condivisione ideale del fla- IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
Un ringraziamento sentito per la par- sta quando a scuola - e non solo
tecipazione attiva va ad Anna Pizze-
- buttiamo le nostre immondizie.
ghello, Arianna Varetto, Giulia Gia-
comello, Beatrice Revelli, Valerio LE BUONE PRATICHE
Guarise, che ci hanno creduto e conti-
RIUSA - utilizza gli oggetti più che
nuano a crederci, abitanti ideali del fu- puoi e poi cambiali… con fantasia.
turo della terra e dell'umanità che della RIDUCI - compra oggetti con meno
terra è ospite.
I docenti e i ragazzi coinvolti
RICICLA - fai la raccolta differenziata.
RIPARA invece di sostituire.
UN PO' DI ECOLOGIA
Questi gesti prevengono ulteriori dan- Sappiamo che la natura non è attrezza- ni all'ambiente, conservano energia e ta per far fronte alla digestione di milio- evitano sprechi nell'uso delle risorse ni di tonnellate di plastica all'anno.
Sappiamo che una sigaretta senza fil- NB: il riciclaggio di una tonnellata di
tro ci mette 3 mesi a degradarsi men- carta evita il rilascio in atmosfera di tre una con filtro da 1 a 2 anni. Un ac- 2,5 tonnellate di anidride carbonica, cendino in plastica 100 anni.
salva 17 alberi e 21.000 litri d'acqua.
Sappiamo che un chewing gum ci met- te 5 anni mentre una lattina di allumi- nio dai 100 ai 1000 anni. Fiammife- ri: 6 mesi. Fazzoletti di carta: 3 mesi. 150 lattine per realizzare una biciclet- Piatti e bicchieri in plastica: 100-1000 ta da competizione anni. Polistirolo: 1000 anni. Card in 3 lattine per un paio di occhiali plastica (tipo bancomat): 1000 anni. 20 bottiglie di plastica per un maglio- Un litro di olio fritto inquina un milione ne di pile di litri di acqua.
Da due anni è operativo il Progetto rac- Vetro e alluminio si possono riciclare E allora?
colta differenziata nel nostro istituto: ad oltranza senza che si alterino le lo- Allora proviamoci e usiamo la te-
l'anno scorso abbiamo coinvolto l'am- ro qualità.
ministrazione comunale e fornito l'i- stituto dei contenitori indispensabi- li; quest'anno abbiamo fatto leva sulla È il Concorso nazionale di traduzione dal latino riservato agli studenti del quar- disponibilità delle classi del biennio, to anno dei Licei classici di tutta Italia, giunto alla sua VIII edizione. Si è svolto ci siamo confrontati con i loro rappre- presso il Liceo Tito Livio di Padova dal 26 al 28 marzo 2015. La prova del Cer- sentanti e con pochi volontari ci sia- tamen consiste nella traduzione e nel commento di un passo tratto dalle opere mo incontrati presso la biblioteca del- la succursale il martedì pomeriggio per L'impegno dei nostri studenti e dei loro docenti è consistito nel preparare e ser- predisporre delle isole di raccolta, per vire il banchetto del venerdì sera (80 persone) presso la Sala grande e l'annes- realizzare delle frecce direzionali con so chiostro del famoso Liceo. E' stato un impegno delicato portato a termine con materiale riciclato, per svuotare - aula maestria dalle classi 5CC per il servizio di cucina e da una selezione di studen- dopo aula - i cestini della carta, selezio- ti delle classi 4BS e 5AS, nonché da Gaia Baldon della 1N alla sua prima espe- nando il materiale. rienza banchettistica, per il servizio di sala. Come sempre, fondamentale è stato La nostra attenzione si è concentra- l'apporto dei proff. Vito Fanciullo, Fabio Ghirardello e Sergio Torresin, degli assi- ta sulla succursale, dove pressante è il stenti tecnici, dell'autista e dei collaboratori scolastici tutti. problema della raccolta dei rifiuti a cau- sa del numero elevato di allievi e per- sonale ed è in questi spazi che abbiamo cercato idee atte a veicolare un'impres- sione positiva (uno spirito ecologico?), puntato sulla creatività che stimolas- se negli utenti. la bellezza (la voglia di collaborare al progetto sentendo la scuola come casa loro), utilizzato sac- chi e guanti per svuotare i cestini, sen- za paura di sporcarci le mani. Eppure… Tuttavia… Nonostante… Il pro- blema resta aperto, poiché è evidente che nessun contenitore può ovviare alla mancanza di contenuto e il contenuto ancora mancante è la coscienza civile, la fondamentale collaborazione dell'in- tera comunità, il rispetto; sono queste le parole –dure ma vere- con cui si sono espressi i ragazzi coinvolti nel percorso.
IL NOTIZIARIO DEL PIETRO
Ecco gli abbinamenti.
Dell'azienda Villa Parens di Puiatti: Extra Brut Blanc de Blancs Metodo Ribolla Gialla 2013 Dell'azienda vitivinicola Sengiari: Colli Euganei Chardonnay Sassàra Colli Euganei Fior d'arancio DOCG Abbinamento oli.
Della Casa Geremia- Arquà Petrarca Lo chef Nicola Michieletto
Extra vergine di oliva Monocultivar SERATA DI GALA
Frantoio e Monocultivar Rasara "SFUMATURE DI COLORI
E SAPORI. PER UNA FILOSOFIA
Infine, gli studenti della classe 4A Ri- cevimento, condotti dalla prof.ssa Sil- Giovedì 16 aprile 2015, presso la Sala vana Moscatelli, hanno prestato la loro Ottavio Parisi dell'Istituto, si è svolta la preziosa collaborazione accogliendo gli cena di gala "Sfumature di colori e sa- ospiti. pori. Per una filosofia del benessere", a coronamento dell'attività biennale di alternanza Scuola-lavoro condotta da- gli studenti delle classi 5A Cucina e 5A Sala dell'Istituto. Motivo conduttore dell'incontro conviviale è stato il colore e, in particolare, il colore dei cibi.
A dirigere l'orchestra, in cucina, è stato lo chef internazionale Nicola Michielet- 30 to, già autore di alcuni testi di alta cu-
cina tra cui "La cucina dei colori". As- sieme ai proff. Vito Fanciullo e Sergio Torresin e agli studenti, suoi allievi, nel corso di alternanza in 4 e 5 , sono stati realizzati dei piatti insoliti e inso- litamente colorati che hanno riscosso il QUARANT'ANNI DI SCUOLA
plauso dei numerosi ospiti intervenuti.
IN OSPEDALE A PADOVA
1974 - 2014
In occasione del convegno celebra- Aperitivo in sala con kebab e pane arabo tivo del quarantennale della "Scuola Biancoperla con profumo di cocco, in Ospedale a Padova", svoltosi il 25 verdure e scampi alla busara marzo 2015 presso l'Aula Magna della Crema di ceci e rana pescatrice con Palazzina dei Servizi di via Giustinia- chicchi di riso Nerone ni, il nostro Istituto, in collaborazione Cannellone di spaghetti di riso e man- con l'ente organizzatore (2° Istituto dorle ripieno di asparagi e patate su comprensivo di Padova), ha assicura- crema di burrata e maggiorana to il servizio di ricevimento dei conve- Filetto di scorfano con purè di fagio- nuti e il banchetto conclusivo. All'ap- li cannellini su guazzetto di bietoline puntamento hanno partecipato più di 120 ospiti, tra cui numerosi dirigenti Torta choko menta - Mousse di pere scolastici e insegnanti delle scuole in Fragolosa alla spumiglia - Macarons Ospedale di tutto il Veneto. Hanno re- Biscotti in colore di pastello lazionato insegnanti, psicologi e medi- Gli studenti di Sala, condotti dal prof. ci specialisti di vari settori della Medi- Fabio Ghirardello, anch'essi giunti al cina pediatrica. termine dell'esperienza biennale di Il buffet è stato predisposto dagli stu- confronto col mondo professionale, denti e dai docenti della classe 3CC; il hanno curato l'abbinamento dei vini ri- servizio di Sala, guidato dal prof. Fa- sultati davvero eccellenti. Come mol- bio Ghirardello, è stato assicurato da- to buona è stata la loro presentazione. gli studenti della classe 4AS. Al ricevi- Per l'occasione, il sommelier Andrea mento, è stato prezioso l'apporto degli Peretto ha condotto la degustazione studenti delle classi 4 e 5 AT che dell'ottimo Sauvignon di Villa Parens hanno collaborato con la signora Lio (azienda Giovanni Puiatti). del 2° Istituto di Padova. ISTITUTO ALBERGHIERO PIETRO d'ABANO
ABANO TERME
LA CUCINA VEGETARIANA serata di cultura enogastronomica È proposto un incontro speciale con la cucina vegetariana e con la scoper- ta di spezie, salse, gusti e odori inconsueti. A condurre la serata, come Chef principali sono stati chiamati i professionisti della Federazione Italiana Cuochi e, in particolare, Anna Maria Pellegrino, Claudio Crivellaro e Mi- chele Viale, coadiuvati dai docenti dell'Istituto e dalle brigate di Enogastro- nomia, Sala-vendita e Accoglienza turistica delle classi Quinte in Alternan- za Scuola-lavoro, dai loro rispettivi docenti e dal personale dell'Istituto. Venerdì 29 maggio 2015 ore 20,00
Istituto Alberghiero Pietro d'Abano
Sala Parisi
Via Monteortone 7/9 - Abano Terme
per prenotazioni: Istituto Alberghiero Pietro d'Abano - tel 049.8630000 (segreteria amministrativa - sigg.re Cristina e Monica)

Source: http://www.istitutoalberghieroabano.it/pvw/app/PDIP0006/pvw_img.php?sede_codice=PDIP0006&from=0&doc=1841575

rhsupplies.org

Caucus on New and Underused Reproductive Health Technologies Misoprostol for maternal health oral misoprostol was associated with a significant reduction in the rate of postpartum hemorrhage Misoprostol can be used for a number of obstetric compared to women not using a uterotonic.3 A indications that address maternal health concerns. significant reduction in PPH was also observed with

Issue 22-

September 2005Volume 23 Sunday Eucharist8am & 10amSaturday Vigil 5pmMonday 7.15am Cluny ConventTuesday 7amWednesday 9amThursday 7amFriday 12.05pmSaturday 8am Adoration ofBlessed SacramentFriday 11amBenedictionFriday 12 noonReconciliationFriday 11.30amSaturday 9.30am

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